...for a living planet!

sabato 19 novembre 2016

PETIZIONE EUROPEA CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO



Il nostro futuro è in pericolo.
Dobbiamo agire ORA!
Il suolo rappresenta una risorsa strategica sia per l’Italia che per l'Europa, perché non solo garantisce la sicurezza alimentare e la conservazione della biodiversità ma è fondamentale per le misure di adattamento ai cambiamenti climatici.

È giunto il momento di proteggere i suoli europei, salvandoli dal cemento e dal degrado.

Abbiamo tempo fino all'11 settembre 2017 per raccogliere un milione di firme di cittadini europei: con queste firme potremo proporre che l'Europa si doti di una nuova direttiva per fermare il consumo di suolo.
Il successo di questa iniziativa, in Italia, sarà importantissimo anche per sollecitare il Parlamento ad approvare al più presto norme per limitare il consumo di suolo (che sono nei cassetti da due anni) e che servano a dare un quadro di regole e di strumenti che siano veramente efficaci. 


Il tuo contributo è fondamentale per un’Europa e un’Italia a «consumo suolo zero»

FIRMA ORA LA PETIZIONE !

giovedì 10 novembre 2016

IL SENATO APPROVA GRAVI MODIFICHE ALLA LEGGE QUADRO SU AREE PROTETTE, IGNORANDO COMPLETAMENTE LE PROPOSTE MOTIVATE PRESENTATE DA TUTTO IL MONDO AMBIENTALISTA (E NON SOLO)



“Né il Senato, né il Governo hanno accolto le osservazioni e le proposte di 17 associazioni ambientaliste e di centinaia di esperti e uomini di cultura, che hanno criticato in modo fermo e elaborato proposte migliorative. Risultato, una riforma sbagliata che chiediamo con forza venga modificata alla Camera”. Così le Associazioni subito dopo il voto con cui Palazzo Madama ha approvato, in prima lettura, il disegno di modifica della legge 394/91 sulle aree protette.
“Non volendo cogliere il senso costituzionale che vede la tutela della natura in capo allo Stato, la riforma non valorizza il ruolo delle aree protette come strumento efficace per la difesa della biodiversità e non chiarisce il ruolo che devono svolgere la Comunità del Parco. Un testo che doveva rafforzare il ruolo e le competenze dello Stato centrale nella gestione delle aree marine protette, ma che in realtà continua a lasciare questo settore nell’incertezza e senza risorse adeguate. Perché non possiamo non sottolineare che questa riforma viene fatta senza risorse, che la legge approvata non riesce a delineare un orizzonte nuovo per il sistema delle aree protette e senza migliorare una normativa che, dopo 25 anni di onorato servizio, non individua una prospettiva moderna per la conservazione della natura nel nostro Paese”.
Numerosi e tutti molto preoccupanti sono i punti più critici del disegno di legge approvato al Senato:
  1. Una modifica della governance delle aree protette che peggiora la qualità delle nomine e non razionalizza sufficientemente la composizione del Consiglio direttivo, in cui viene prevista la presenza di portatori di interessi specifici e non generali come deve essere. Non vengono definiti strumenti di partecipazione dei cittadini né la previsione di comitati scientifici;
  2.     Una governance delle Aree marine Protette che non prevede alcuna partecipazione delle competenze statali e individua Consorzi di gestione gli uni diversi dagli altri;
  3.     L’assenza di competenze specifiche in tema di conservazione della natura di Presidente e Direttore degli Enti Parco;
  4.     Un sistema di royalties che, pur legato ad infrastrutture ad alto impatto già esistenti, deve essere modificato per evitare di condizionare e mettere sotto ricatto i futuri pareri che gli enti parco su queste dovranno rilasciare;
  5.     Una norma che attraverso la “gestione faunistica”, con la governance prevista, acuirà le pressioni del mondo venatorio;
  6.      L’istituzione di un fantomatico Parco del Delta del Po senza che venga definito se si tratti o meno di un parco nazionale, quando peraltro la costituzione di questo, come Parco Nazionale, è già oggi obbligatoria ai sensi dalla legge vigente
  7.     Non si vietano le esercitazioni militari nei parchi e nei siti natura 2000;
  8.     Non si garantisce il passaggio delle Riserve naturali dello Stato, del personale e delle risorse impegnato, ai parchi

Sono alcuni dei motivi che fanno di questa riforma una riforma sbagliata, incapace di dare soluzioni ai problemi delle Aree Protette, ma addirittura tale da avvicinare troppo sino a sovrapporre pericolosamente i portatori d’interesse con i soggetti preposti alla tutela, svilendo la missione primaria delle aree protette e mettendole in ulteriore sofferenza. Alla luce di ciò, gli elementi utili introdotti dalla riforma, soprattutto in termini di pianificazione, di classificazione e gestione dei siti della rete Natura 2000, di considerazione dei servizi ecosistemici, appaiono sostanzialmente depotenziati.
“Abbiamo dato la massima disponibilità al confronto, elaborando argomenti seri e proposte dettagliate. Con infinito rammarico siamo costretti a dover prendere atto di mancate risposte del relatore, della maggioranza e del Governo, con il risultato doppiamente negativo di perdere l’opportunità di miglioramenti costituzionalmente coerenti e di determinare un grave scollamento tra la politica italiana ed un approccio alla conservazione della natura coerente alle indicazioni ed agli obblighi internazionali”, continuano le Associazioni ambientaliste che concludono: “A venticinque anni dalla sua approvazione, il Senato, snaturandone i presupposti, approva modiche inadeguate alla legge sulle aree protette che ha garantito la conservazione della natura e la salvezza di una parte cospicua del territorio italiano. La questione ora si sposta alla Camera dei Deputati dove le associazioni ambientaliste faranno di tutto per far sentire una va ben oltre loro e coinvolge tutto il mondo della cultura e della scienza del nostro Paese”.


Le associazioni che hanno chiesto modifiche al Senato

Ambiente e Lavoro
AIIG – Associazione Insegnanti di Geografia
Club Alpino Italiano
Centro Turistico Studentesco
Ente Nazionale Protezione Animali
FAI – Fondo Ambiente Italiano
Greenpeace Italia
Gruppo di Intervento Giuridico
Italia Nostra,
LAV – Lega Antivivisezione
Legambiente
Lipu
Marevivo
Mountain Wilderness
Pro Natura
SIGEA
WWF Italia

Elezioni USA, il commento del WWF

In merito ai risultati delle elezioni americane, il Presidente del WWF USA, Carter Roberts, ha dichiarato:

 "Cambiano i presidenti, ma ciò che rimane sono le minacce dovute al cambiamento climatico, sempre piú pericoloso, e all’uso insostenibile delle risorse. Esortiamo il neo-Presidente Donald Trump ad accelerare la transizione verso le energie rinnovabili e ad onorare gli impegni presi per risolvere la crisi del clima e preservare gli oceani, le foreste e le specie nel mondo. Gli investimenti su larga scala per la conservazione e l’energia rinnovabile, i passi in avanti fatti nel campo della sostenibilità sono uno stimolo formidabile per l'innovazione, per la creazione di migliaia di posti di lavoro ben remunerati e la riduzione delle emissioni che alimentano i cambiamenti climatici”.

"Il presidente eletto Trump si è impegnato a rendere l'America più sicura. Ebbene, un’azione ambiziosa per il clima è tanto più necessaria per mantenere tale promessa, dato che il livello dei mari è in aumento e gli eventi estremi legati al cambiamento climatico, come gli uragani, colpiscono duramente e con sempre più frequenza le nostre città. Sappiamo che la sicurezza globale e la sopravvivenza delle popolazioni mondiali  dipendono dal mantenimento delle risorse naturali, tra cui il nostro clima. Da parte nostra, continueremo a coinvolgere tutti i paesi del mondo, così come le famiglie americane, le città, gli stati, le imprese e il governo federale per costruire alleanze e lottare per il cambiamento significativo di cui abbiamo bisogno e per il pianeta, la nostra casa".