...for a living planet!

giovedì 30 marzo 2017

Comunicato Stampa del WWF Savona in merito all'area industriale di Ferrania



RICHIESTA INSTALLAZIONE CENTRALINA DI RILEVAMENTO ATMOSFERICO.

In merito all’area industriale di Ferrania, la scrivente Associazione richiede che venga installata al più presto nella zona una Centralina di Rilevamento Atmosferico dei principali inquinanti, a gestione pubblica.
Questo per monitorare costantemente e con certezza l’attuale impatto ambientale delle industrie attualmente in attività, ma soprattutto per controllare la zona quando entrerà in attività il nuovo impianto di produzione di ossidi di zinco e saranno realizzati gli ampliamenti produttivi del biodigestore e della cartiera (quest’ultimo da solo prevede 7 superamenti orari all’anno di emissioni in atmosfera di ossidi di azoto, quando la legge ne prevede al massimo 18).
I dati registrati dalla centralina permetteranno di sapere con precisione se la popolazione potenzialmente esposta corra pericoli per la propria salute (circa 1.000 persone, considerando, oltre ai residenti in frazione Ferrania di Cairo M.tte, anche quelli della confinante frazione Vispa di Carcare).

MONITORAGGIO IMPATTO OLFATTIVO.

In merito al monitoraggio olfattivo previsto, visto che i miasmi sono stati avvertiti anche dalla popolazione residente in frazione Vispa di Carcare e ad Altare (come da segnalazioni giunte alla scrivente Associazione, nonché segnalate sui mass media), si richiede che nel gruppo di cittadini coinvolti nella redazione dei questionari di segnalazione odori vengano compresi i residenti di queste due località.


giovedì 9 marzo 2017

Piano Lupo: svolta positiva, verso l'approvazione senza abbattimenti



PLAUSO ALLE REGIONI CHE HANNO SOSTENUTO LA MEDIAZIONE PROPOSTA DAL PRESIDENTE BONACCINI. ASCOLTATA LA VOCE DI OLTRE UN MILIONE DI ITALIANI CHE HANNO RISPOSTO ALL’APPELLO DEL WWF #SOSLUPO

Il WWF esprime il suo apprezzamento e sostegno alla maggioranza delle Regioni che sembrano orientate con convinzione verso una rapida approvazione del Piano lupo con lo stralcio del paragrafo relativo agli abbattimenti legali, così come proposto dal Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Confidiamo nel raggiungimento dell’intesa con il Ministro Galletti per arrivare rapidamente all’approvazione del piano già nella prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni. L’auspicio del WWF è che il Piano venga approvato rafforzando tutte le azioni che possono garantire la convivenza del lupo con le attività zootecniche, cogliendo tutte le opportunità di finanziamento offerte anche dai Programmi di Sviluppo Rurale delle Regioni.
Il WWF rinnova la sua piena disponibilità ad affiancare Regioni, Ministero,  Associazioni agricole e allevatori per individuare e mettere in atto i metodi di prevenzione ottimali per ridurre i danni al bestiame, attenuare i conflitti e contrastare efficacemente il bracconaggio.



Roma, 09 marzo 2017

Wwf Italia
Ufficio Stampa WWF Italia
Tel. 06-84497 213 - 266 - 332
Cel. 340 9899147 - 329 8315725

mercoledì 8 marzo 2017

PETIZIONE CONTRO IL TAGLIO DI PINI A SAVONA



Firmate anche voi e diffondete questa Petizione, per difendere un bel viale alberato a Savona!
 Grazie!

PETIZIONE CONTRO L'ABBATTIMENTO DEI PINI DI CORSO TARDY & BENECH

FIRMA QUA:






martedì 7 marzo 2017

Sabato 25 marzo, Earth Hour edizione 2017




Earth Hour,  edizione 2017


Il WWF Savona ha inviato a tutti i Sindaci dei Comuni della Provincia di Savona la richiesta di adesione, a cui hanno già risposto una decina aderendo all’iniziativa attraverso lo spegnimento di un edificio o di un monumento o dell’illuminazione di una strada o di una particolare area di una città, per un’ora dalle 20.30 alle ore 21.30,  sabato 25 marzo 2017.

       per info sull’iniziativa: 

per aderire all’evento, il link è il seguente:

Per riscontri e adesioni, comunicare ai seguenti indirizzi: 
mail: savona@wwf.it;
          oppure via fax al numero 019.807442


 Ora della Terra


Insieme è possibile: il 25 marzo 2017, mobilitazione globale contro i cambiamenti climatici

Earth Hour (Ora della Terra) è la grande mobilitazione globale del WWF che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, unisce cittadini, istituzioni e imprese in una comune volontà di dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. È la dimostrazione che insieme si può fare una grande differenza.

Dalla prima edizione del 2007, che ha coinvolto la sola città di Sidney, la grande ola di buio si è rapidamente propagata in ogni angolo del Pianeta, lasciando al buio piazze, strade e monumenti simbolo come il Colosseo, Piazza Navona, il Cristo Redentore di Rio, la Torre Eiffel, Il Ponte sul Bosforo e tanti altri luoghi simbolo, per manifestare insieme contro i cambiamenti climatici.

Il cambiamento climatico evolve molto rapidamente e gli impatti sono sempre più seri e preoccupanti. Finora le azioni dei Governi a livello nazionale e globale sono state troppo lente e poco incisive, non al passo con un rischio che mette a repentaglio il Pianeta come lo conosciamo e dunque la stessa civilizzazione umana. Nella COP21 di Parigi, nel dicembre del 2015, si è però raggiunto un accordo storico che può segnare una inversione di tendenza, a patto che si acceleri la decarbonizzazione, cioè l’abbandono dei combustibili fossili e il passaggio all’energia rinnovabile e a modelli di efficienza e risparmio energetico.

Dobbiamo mobilitarci tutti, fare la nostra parte e pretendere che i Governi assumano la CRISI del clima come priorità..

Le giovani e le future generazioni hanno il diritto di ricevere in eredità un mondo pieno di vita e che non sia condannato a cambiamenti climatici catastrofici.


A chi ci rivolgiamo:

A tutti gli abitanti del Pianeta Terra;
Ai giovani, cioè a coloro che rischiano di vedere le conseguenze più drammatiche del cambiamento climatico;
Alle Istituzioni, a partire dalle città, che possono diventare motori e pungolo del cambiamento;
Alle imprese, che possono divenire attori dell’economia del futuro ;
A te che leggi ...







lunedì 6 marzo 2017

OMS: 'L'inquinamento uccide 1,7 milioni di bambini l'anno'




Nel mondo 1,7 milioni di morti l'anno è attribuibile a cause ambientali, dall'inquinamento all'igiene inadeguata. Lo afferma l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). La stima è contenuta in due rapporti.
Nel primo l'Oms afferma che buona parte dei decessi per polmonite, diarrea e malaria, le cause principali di morte sotto i cinque anni, sono prevenibili con interventi sull'ambiente, dall'accesso all'acqua pulita a quello a combustibili non tossici per cucinare. Il secondo fornisce dati dettagliati sulle cause di morte.

Al primo posto, con 570mila vittime, ci sono le infezioni respiratorie causate dall'inquinamento indoor e outdoor e dal fumo passivo. La diarrea, prevenibile con migliori condizioni igieniche, fa 361mila vittime all'anno. Altre 200mila sono dovute alla malaria, che puó essere prevenuta con interventi sull'ambiente. "Un ambiente inquinato è letale - afferma Margaret Chan, direttore generale dell'Oms - specialmente per i bambini".

(Fonte: ANSA) 

CLICCA QUA E QUA PER SCARICARE IL MATERIALE OMS.


The cost of a polluted environment: 1.7 million child deaths a year, says WHO


More than 1 in 4 deaths of children under 5 years of age are attributable to unhealthy environments. Every year, environmental risks – such as indoor and outdoor air pollution, second-hand smoke, unsafe water, lack of sanitation, and inadequate hygiene – take the lives of 1.7 million children under 5 years, say two new WHO reports.
The first report, Inheriting a Sustainable World: Atlas on Children’s Health and the Environment reveals that a large portion of the most common causes of death among children aged 1 month to 5 years – diarrhoea, malaria and pneumonia – are preventable by interventions known to reduce environmental risks, such as access to safe water and clean cooking fuels.
"A polluted environment is a deadly one – particularly for young children," says Dr Margaret Chan, WHO Director-General. "Their developing organs and immune systems, and smaller bodies and airways, make them especially vulnerable to dirty air and water."
Harmful exposures can start in the mother’s womb and increase the risk of premature birth. Additionally, when infants and pre-schoolers are exposed to indoor and outdoor air pollution and second-hand smoke they have an increased risk of pneumonia in childhood, and a lifelong increased risk of chronic respiratory diseases, such as asthma. Exposure to air pollution may also increase their lifelong risk of heart disease, stroke and cancer.

Top 5 causes of death in children under 5 years linked to the environment

A companion report, Don't pollute my future! The impact of the environment on children's health, provides a comprehensive overview of the environment’s impact on children’s health, illustrating the scale of the challenge. Every year:
  • 570 000 children under 5 years die from respiratory infections, such as pneumonia, attributable to indoor and outdoor air pollution, and second-hand smoke.
  • 361 000 children under 5 years die due to diarrhoea, as a result of poor access to clean water, sanitation, and hygiene.
  • 270 000 children die during their first month of life from conditions, including prematurity, which could be prevented through access to clean water, sanitation, and hygiene in health facilities as well as reducing air pollution.
  • 200 000 deaths of children under 5 years from malaria could be prevented through environmental actions, such as reducing breeding sites of mosquitoes or covering drinking-water storage.
  • 200 000 children under 5 years die from unintentional injuries attributable to the environment, such as poisoning, falls, and drowning.

Ongoing and emerging environmental threats to children’s health

"A polluted environment results in a heavy toll on the health of our children," says Dr Maria Neira, WHO Director, Department of Public Health, Environmental and Social Determinants of Health. "Investing in the removal of environmental risks to health, such as improving water quality or using cleaner fuels, will result in massive health benefits."
For example, emerging environmental hazards, such as electronic and electrical waste (such as old mobile phones) that is improperly recycled, expose children to toxins which can lead to reduced intelligence, attention deficits, lung damage, and cancer. The generation of electronic and electrical waste is forecasted to increase by 19% between 2014 and 2018, to 50 million metric tonnes by 2018.
With climate change, temperatures and levels of carbon dioxide are rising, favouring pollen growth which is associated with increased rates of asthma in children. Worldwide, 11–14% of children aged 5 years and older currently report asthma symptoms and an estimated 44% of these are related to environmental exposures. Air pollution, second-hand tobacco smoke, and indoor mould and dampness make asthma more severe in children.
In households without access to basic services, such as safe water and sanitation, or that are smoky due to the use of unclean fuels, such as coal or dung for cooking and heating, children are at an increased risk of diarrhoea and pneumonia.
Children are also exposed to harmful chemicals through food, water, air and products around them. Chemicals, such as fluoride, lead and mercury pesticides, persistent organic pollutants, and others in manufactured goods, eventually find their way into the food chain. And, while leaded petrol has been phased out almost entirely in all countries, lead is still widespread in paints, affecting brain development.

Making all places safe for children

Reducing air pollution inside and outside households, improving safe water and sanitation and improving hygiene (including in health facilities where women give birth), protecting pregnant women from second-hand tobacco smoke, and building safer environments, can prevent children’s deaths and diseases.
For example, multiple government sectors can work together to improve the following:

  • Housing: Ensure clean fuel for heating and cooking, no mould or pests, and remove unsafe building materials and lead paint.
  • Schools: Provide safe sanitation and hygiene, free of noise, pollution, and promote good nutrition.
  • Health facilities: Ensure safe water, sanitation and hygiene, and reliable electricity.
  • Urban planning: Create more green spaces, safe walking and cycling paths.
  • Transport: Reduce emissions and increase public transport.
  • Agriculture: Reduce the use of hazardous pesticides and no child labour.
  • Industry: Manage hazardous waste and reduce the use of harmful chemicals.
  • Health sector: Monitor health outcomes and educate about environmental health effects and prevention.
Under the Sustainable Development Goals (SDGs) countries are working on a set of targets to guide interventions for children’s environmental health, as well as to end preventable deaths of newborns and children under five by 2030. In addition to SDG 3, which aims to ensure healthy lives and promote well-being for all, other SDGs work to improve water, sanitation and hygiene, transition to clean energy to reduce air pollution, and reverse climate change – all of which will have an impact on children’s health.

Media contacts

Nada Osseiran
WHO Department of Public Health, Environmental and Social Determinants of Health
Mobile: +41 79 445 1624
Office: +41 22 791 4475
Email: osseirann@who.int
Kimberly Chriscaden
WHO Department of Communications
Mobile: +41 79 603 1891
Office: +41 22 791 2885
Email: chriscadenk@who.int

sabato 4 marzo 2017

Proposta ampliamento Pelagos, occasione per rilanciare il Santuario dei Cetacei



“Il fatto che sul santuario Pelagos si registri attenzione e una rinnovata spinta propulsiva su iniziativa del ministro Galletti sostenuta dal WWF è un fatto positivo che lascia ben sperare”. Lo dichiara la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che aggiunge: “Se oggi Pelagos, con i suoi è 87.500 chilometri quadrati di superficie è la più grande area protetta del Mediterraneo, con l'adesione della Spagna all’accordo internazionale, oggetto dell'incontro bilaterale tra i ministri dell'Ambiente di Italia e Spagna di oggi, diventerebbe la più grande d'Europa e raddoppierebbe (dal 7 al 14%) la percentuale di aree tutelate nel Mediterraneo, superando il target del 10% al 2020 stabilito nel Piano Strategico globale 2014-2020 per la biodiversità biologica. Lo scorso anno, grazie allo storico accordo internazionale sottoscritto da 24 Paesi, è stato istituito il parco marino più grande al mondo nel Mare di Ross; giorni fa il ministro francese Segolene Royal ha annunciato l’ambizioso piano di protezione dell'Arcipelago del Vento, grande quanto la Francia: ora è arrivato il momento di pensare al Mediterraneo”.
 
"Il WWF, che ha seguito e appoggiato l’istituzione del Santuario (la cui firma dell'accordo è avvenuta a Roma nel 1999 tra Italia, Francia e Principato di Monaco) sin dalle origini, apprezza e sostiene l’iniziativa diplomatica del Governo italiano, annunciata nei giorni scorsi dal ministro dell’Ambiente, in collaborazione con il Governo francese, nei confronti del Governo spagnolo per un allargamento che ricomprenda anche il Golfo del Leone e le Baleari per rendere più efficace la tutela delle 12 specie di cetacei che sono state censite in questa area - continua la presidente del WWF Italia - "Il Santuario dei Cetacei fin dalla sua istituzione rappresenta uno straordinario esempio di conservazione e di convivenza, che adesso va rilanciato e rafforzato con misure di protezione concrete che portino ad un equilibrio tra le realtà socio economiche e la protezione del mare, di balene, delfini, capodogli e tartarughe, ma anche di habitat preziosi per la ricchezza di biodiversità che ospitano”.
 


“Come è noto, infatti, questi animali non vivono solo entro i confini di Pelagos: secondo i più recenti dati scientifici (UNEP-MAP-RAC/SPA, 2013) diversi gruppi di cetacei (tra cui balenottere, capodogli, globicefali, grampi, tursiopi e stenelle) utilizzano habitat al di fuori dei confini del Santuario, in particolare intorno alle isole Baleari, nel Golfo del Leone e al nord della Sardegna. Un primo passo che getta le basi di iniziative di tutela che in futuro potrebbero interessare anche altre aree del Mediterraneo - conclude Donatella Bianchi che nei giorni scorsi aveva incontrato il ministro dell'Ambiente italiano proprio sul Santuario Pelagos - “È importantissimo avviare, da subito, il lavoro tecnico richiamato dal ministro Galletti: a questo scopo il WWF Italia si mette a disposizione tutte le sue competenze e il suo know how internazionale per favorire il percorso per arrivare ad un potenziamento delle attività comuni rivolte alla protezione dei cetacei, fondamentale per il futuro di Pelagos”.


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