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giovedì 1 ottobre 2020

WWF URBAN NATURE AD ALBENGA

IL WWF SAVONA in occasione della campagna nazionale del WWF Italia URBAN NATURE, La Festa della Natura in Città,

è lieto di invitarti alla gita didattica che si svolgerà anche in diretta facebook  DOMENICA  4 OTTOBRE ad Albenga (SV)



PROGRAMMA

ORE 9.50 - ritrovo dei partecipanti nei pressi del Monumento ai Deportati Albenganesi nei campi di concentramento

ORE 10.00 - visita alla scoperta delle peculiarità naturalistiche del tratto terminale del fiume Centa in Albenga. Presentazione di DARIO OTTONELLO

ORE 11.00 – visita al parco-giardino urbano Botanico "i fiori nel cuore" di FRANCO STALLA

Interverranno : Anna Fedi Presidente WWF Savona, Alberto Passino vice sindaco del Comune di Albenga e l'ornitologo Piepaolo Pessano.

La visita sarà effettuata nel rispetto delle norme COVID 19 vigenti.

L'evento sarà trasmesso in diretta sulle pagine facebook di EMYS LIGURIA e FAUNA LIGURE

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Per informazioni Pino 347 7770022 o scrivete all’indirizzo e-mail: savona@wwf.it

 

 

Per maggiori info

Visita wwf.it/urbannature

 

Distinti saluti.
 
WWF Savona
La Segreteria

mercoledì 20 maggio 2020

Festa delle oasi WWF il 24 Maggio. Evento in diretta Facebook a Villanova di Albenga per visitare virtualmente l’Oasi del WWF Savona.





A causa delle restrizioni anti-diffusione del COVID-19 quest'anno potremo festeggiare la giornata delle Oasi WWF in diretta tramite Facebook. La primavera è la stagione migliore per godere della bellezza della natura, perciò il 24 Maggio saremo comunque con voi, anche se virtualmente, grazie ad una diretta web dalla nuova Oasi I Valloni, acquistata dal WWF Savona nel 2017. Si tratta di una vecchia cava di argilla abbandonata che si è trasformata grazie alla lenta ma inesorabile azione della natura in un gioiello paesaggistico e naturalistico senza eguali nella nostra Regione. Nonostante la sua estensione non superi i 7 ettari raccoglie in sé molto di quanto il territorio ingauno possa offrire agli amanti della natura, zone umide e prati allagati contrastati in poco spazio da prati aridi ricchi di orchidee "calanchi nudi" di argille plioceniche ricche di fossili marini. Un territorio che merita di essere vissuto e speriamo di poterlo fare assieme e di persona quando l'emergenza sarà terminata. 

Vi aspettiamo Domenica 24 Maggio dalle ore 10 virtualmente  ai “Valloni uno scrigno di biodiversità” . La diretta sarà trasmessa dalla pagina Facebook di Emys Liguria

Links:



Chi intende iscriversi al WWF può compilare il seguente modulo . Per info scriveteci a savona@wwf.it







GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI: L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

COMUNICATO STAMPA

L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE A REGIONE E ENTI LOCALI PER LA GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI: LE AREE PROTETTE POSSONO ESSERE MOTORE DI SVILUPPO SOSTENIBILE, LAVORIAMO INSIEME PER UNA STRATEGIA PARTECIPATA.


Genova, 19 maggio 2020. Arriva in occasione della Giornata Europea dei Parchi - che sarà il 24 maggio - l’appello di Federparchi Liguria, Legambiente Liguria, CAI Liguria e WWF Liguria per chiedere a Regione Liguria ed Enti locali maggiore attenzione e una rinnovata strategia per le Aree protette che, soprattutto ora, possono giocare un ruolo strategico per uno sviluppo sostenibile della LiguriaDi seguito l’appello.

Sono ogni giorno più evidenti le conseguenze sociali ed economiche provocate dalla crisi pandemica globale; in questa “fase 2” da poco avviata i Parchi naturali della Liguria si impegnano ad un ruolo strategico: palestre di benessere e di esercizio fisico e mentale, luoghi dove  ripristinare, con la vita all'aperto nel rispetto delle regole del distanziamento, un corretto rapporto con l’ambiente oltre che strumento fondamentale per gestire una ripartenza legata ad un nuovo modello di sviluppo più rispettoso della biodiversità sul nostro pianeta. Il 22 maggio si svolgerà, come ogni anno, la Giornata mondiale della Biodiversità, ed il 24 maggio sarà la Giornata Europea dei Parchi, ma quale è il loro stato di salute in Liguria?

Nell’ultimo decennio amministrativo regionale, caratterizzato da giunte di diverso colore politico, i Parchi della Liguria hanno subito molte aggressioni: a fronte di una vivace capacità progettuale esercitata sul territorio per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo sostenibile, è stato frequente il tentativo di sminuirne ruolo e peso, a partire dall’iniziativa, poi rientrata, dell’accorpamento in un unico Ente, per proseguire con disegni di legge che ne prevedevano la soppressione, come nel caso del Parco Montemarcello Magra Vara (salvato poi dalla mobilitazione in sua difesa e dal no all’abolizione anche all’interno della stessa maggioranza che governa la Regione Liguria) fino alla L.R. 19/2019 che ha cancellato l’istituzione del previsto Parco del Finalese, ed il discutibile “Masterplan” proposto per l’isola di Palmaria.

Ora il momento è propizio per andare avanti e mettere in campo, in primis da parte della Regione Liguria, che ne ha le capacità tecniche, una rinnovata strategia di sistema per le nostre aree protette.
La crisi “Covid 19” ha dimostrato che il futuro dovrà essere incentrato sui temi della sostenibilità ambientale e della salute, che si sono intrecciati in maniera evidente con il tema della pandemia; serve quindi la capacità di non limitare gli obbiettivi alla sola tutela e gestione del territorio da un punto di vista naturale ma di estenderli all'azione necessaria a promuovere sinergie con l’agricoltura, il turismo, la ricerca e la cultura, con le Istituzioni, gli Enti locali, le Associazioni: sinergie che dovranno ampliare se non creare ex novo azioni concrete di sviluppo per il settore agricolo e zootecnico e per il turismo, con la valorizzazione di nuove professioni legate all’uso corretto dell’ambiente.

Occorre lavorare ad un’idea nuova di turismo, qualitativo e sostenibile, che favorisca la conoscenza delle bellezze liguri senza sovraccaricare il territorio, operi in stretta connessione con le filiere produttive ed acquisti la capacità di offrirsi in modo convincente ai potenziali fruitori.

Va quindi ripensata la mobilità, che dovrà essere “slow” e rispettosa dei luoghi: a piedi, in bicicletta, a cavallo, in natura e negli itinerari storici e culturali dei nostri borghi, con la consapevolezza che il distanziamento imposto dalle misure restrittive non sarà di breve durata.

Per questo chiediamo che da parte delle Istituzioni, nazionali, regionali e locali, venga data centralità, da subito, ai progetti che i Parchi hanno elaborato, nella prospettiva di un post emergenza: dalle iniziative di pulizia, manutenzione e segnaletica dei sentieri, all’investimento di  adeguate risorse sul turismo sostenibile, sulla bioeconomia (agricoltura, selvicoltura e zootecnia, pesca), rafforzando con i necessari presidi finanziari le filiere produttive di qualità ed a basso impatto di CO2 già esistenti e che possono essere più facilmente riattivate.
Occorre infine istituire un Piano per l'educazione ambientale, destinata a diventare supporto fondamentale alla didattica formale, in luoghi e spazi sicuri: la rete dei centri di educazione ambientale (CEA) liguri da decenni impegnata su questi temi, è pronta a fare la sua parte.

I Parchi sono laboratori di sperimentazione del futuro, ed il loro contributo è fatto di proposte ambiziose ma concrete e fattibili, che hanno bisogno tanto di risorse economiche mirate a supporto, quanto ed ancor più di politiche lungimiranti che sappiano raccogliere la sfida del tempo e trasformarla in opportunità per territori diversi tra loro, la costa spesso congestionata e le aree interne prostrate da uno storico disagio, ma tutti comunque uniti dall’orgoglio di sentirsi protagonisti dello sviluppo e delle strategie del loro Parco e della loro Regione.


Il documento è firmato da Federparchi Liguria, Legambiente Liguria, CAI Liguria, WWF Liguria.

giovedì 7 maggio 2020

DISINFEZIONE SPIAGGE, WWF: EVITARE SCEMPI AMBIENTALI INUTILI

Non ci sono conferme scientifiche dell’efficacia delle disinfezioni con ipoclorito di sodio, mentre ne sono ben noti i danni ambientali.

Attenzione anche per tutelare le diverse specie che frequentano le nostre spiagge

 
 

Con la Fase 2 e la possibilità di svolgere attività motorie e sportive sulle nostre spiagge si pone il problema della sicurezza delle superfici. Ma alcuni rimedi potrebbero aggiungere altri problemi ambientali e per la salute a quelli che stiamo faticosamente affrontando a causa della pandemia.

L’uso dell’ipoclorito di sodio per la disinfezione delle spiagge (così come dei parchi, dei giardini, ville, prati fino al manto stradale in città) è una pratica da evitare in quanto la sua utilità ed efficacia non sono accertate mentre sono ben evidenti i gravi impatti ambientali e sulla salute che questa sostanza può determinare.

La misura, inoltre, potrebbe essere inutile perché, ad oggi, non ci sono evidenze scientifiche che attestino che le superfici calpestabili come spiagge, parchi, ville e giardini - ma anche la pavimentazione stradale - siano coinvolte nella trasmissione del virus SARS-CoV-2. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la trasmissione avviene infatti attraverso contatti ravvicinati tra persona e persona, per via respiratoria diretta oppure per via indiretta, portando le mani, che hanno toccato superfici contaminate, alla bocca, al naso o agli occhi.
Si tratta di una misura inefficace perché la capacità dell’ipoclorito di sodio di distruggere il virus su superfici complesse (come sabbia, prato o asfalto) non è accertata né è estrapolabile in alcun modo dalle prove di laboratorio condotte su superfici pulite. Inoltre, se in situazioni sperimentali è stata dimostrata una lunga sopravvivenza dei coronavirus, in condizioni “esterne” la sopravvivenza di virus potrebbe essere molto più limitata. È bene ricordare che uno degli agenti sterilizzanti più utilizzati ed efficaci, anche nelle strutture ospedaliere, è l’esposizione ai raggi UV che in giornate di sole agiscono pienamente.

La misura, invece, è certamente dannosa perché l’uso dell’ipoclorito di sodio per la disinfezione delle spiagge (ma anche di prati e della pavimentazione urbana) può associarsi ad un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente con conseguente esposizione dei cittadini che frequentano quelle aree e, in particolare, dei soggetti affetti da patologie allergico-respiratorie. L’ipoclorito di sodio peraltro, in presenza di materiali organici può dare origine a formazione di sottoprodotti volatili pericolosi quali clorammine e trialometani, molti dei quali noti per essere possibili cancerogeni per l’uomo. Non è, inoltre, possibile escludere la formazione di sottoprodotti pericolosi non volatili che possono contaminare le falde idriche.

Infine la spiaggia è un ambiente naturale, l’utilizzo di ipoclorito di sodio o di altri disinfettanti può alterare profondamente il suo delicato ecosistema e arrecare gravi danni alla biodiversità, sia per effetti acuti sia a lungo termine.
Sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili e consultate dal WWF, sanificare le spiagge così come gli ambienti outdoor non ha alcuna dimostrata efficacia quale misura di prevenzione contro la diffusione del SARS-CoV-2, in un quadro epidemiologico come quello attuale e d'altronde nessuna disposizione in tal senso è stata emanata dall'OMS, dalle autorità nazionali o regionali. Le implicazioni ambientali e di salute pubblica sono invece accertate e molto serie.

Il WWF, pur comprendendo l’apprensione derivante da un momento di grande preoccupazione come quello che tutti noi stiamo vivendo, invita tutti i sindaci e i presidenti di Regione, ad attenersi alle disposizioni del Governo e delle autorità sanitarie nazionali evitando la disinfezione su larga scala degli ambienti naturali. Sono invece più incisive le misure comportamentali, unite ad una sanificazione mirata e attenta delle attrezzature di cui la popolazione usufruisce in questi luoghi (sdraio, lettini e giochi per bambini).

Proprio per quanto riguarda le spiagge il WWF ribadisce l’appello ad uno smaltimento responsabile dei dispositivi di protezione individuale ossia guanti e mascherine che non devono essere abbandonati in natura. Inoltre, in questi giorni di rinnovata presenza umana sulle spiagge, il WWF ricorda anche alcune buone norme per non arrecare disturbo alla fauna che in queste settimane ha ripreso possesso degli habitat costieri, in particolare dato il delicato periodo di nidificazione di molte specie di uccelli, tra cui il fratino (Charadrius alexandrinus): un piccolo trampoliere che si riproduce sulle spiagge di tutta Italia da fine marzo a tutto luglio, in forte calo numerico e per questo tutelato da diverse normative europee e nazionali.
Se si dovessero rinvenire uova di fratino sulla spiaggia, non bisogna assolutamente toccarle, ma allontanarsi subito in modo che la coppia di genitori possa tornare sul nido il prima possibile.
È infine importante tenere sempre i cani al guinzaglio, eccetto nelle aree di sgambata a loro dedicate, non calpestare le dune e non raccogliere piante e fiori, ma godere della loro rinnovata bellezza magari scattando una bella fotografia.

Roma, 7 maggio 2020

venerdì 17 gennaio 2020

SMOG, WWF: L’INQUINAMENTO VA LIMITATO IN TUTTI I SETTORI

Con i limiti alla circolazione dei veicoli diesel imposto dal Comune di Roma, così come da altri comuni soprattutto del Nord, a seguito dei livelli allarmanti di inquinamento è ricominciata la polemica sui blocchi del traffico che sono stati disposti. Si è poi aperto un dibattito sul fatto che inquinano molto più il riscaldamento che non i diesel e dunque i blocchi del traffico sarebbero inutili.

Che i veicoli diesel inquinino, anche gli euro 6, lo hanno dimostrato i test effettuati a livello europeo da Transport&Environment. Per di più gli stessi test hanno dimostrato che i livelli di emissioni delle polveri ultrafini, più dannose per la salute anche se attualmente non regolamentate, sono aumentati in modo esponenziale nei nuovi veicoli. È ovvio che occorre dettare regole anche per i riscaldamenti, altra importantissima fonte di inquinamento, ma una scelta non esclude l’altra.

Che i blocchi del traffico non siano una soluzione è vero perché rientrare nei parametri di legge per un breve periodo non è certo una soluzione, ma non per questo non devono essere fatti. Hanno il merito di indicare ai cittadini che abbiamo raggiunto e superato i livelli di guardia ricordando quanto stretto sia il legame tra  le patologie e l’inquinamento specie nel nostro Paese che in questo settore è spesso in testa alle classifiche UE.

In molti Paesi si stanno proponendo misure per la messa al bando della vendita dei veicoli diesel ed anche in Italia occorrerebbe prevedere scadenze precise rivedendo il modello dei trasporti nella sua interezza, favorendo e diversificando l’offerta di trasporto pubblico pulito e dando un impulso straordinario alle infrastrutture per l’elettrificazione del trasporto. Il blocco del traffico da parte dei Sindaci in caso di superamento dei limiti delle polveri sottili è comunque un atto dovuto. I parametri sono fissati per legge ed applicano una precisa direttiva comunitaria finalizzata alla tutela della salute dei cittadini.

Ha fatto bene Gianfranco Amendola (noto magistrato e caposcuola del diritto ambientale) ad evidenziare come lo smog nella capitale sia in stretta relazione con il traffico veicolare e come sia urgente una soluzione strutturale che attraverso il potenziamento dei trasporti pubblici porti alla costruzione di una città a misura delle persone e non di autoveicolo: una direzione sulla quale bisogna investire subito e con determinazione per migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini.

Insieme al tema degli investimenti strutturali che non sono rimandabili ci sono 3 questioni spinose che vanno affrontate: il numero abnorme dei veicoli circolanti in Italia, soprattutto all’interno delle città; l’effetto “monito” dei blocchi del traffico e la necessità ed efficacia dei controlli; il rapporto che esiste tra emissioni e velocità dei veicoli.

In Italia si stimano circa oltre 62 auto ogni 100 abitanti, contro le circa 56 della Germania, le 50 della Spagna, le 48 della Francia e del Regno Unito. Sono troppe e le nostre città (non solo quelle storiche) non sono state né pensate, né costruite per un traffico veicolare di questa portata. Così come non è pensabile aggiungere acqua ad una vasca da bagno straboccante, non è pensabile poter aggiungere altre auto alle nostre città. Non è solo una questione di inquinamento ma di spazio, di vivibilità.

Il blocco del traffico, motivato dalle polveri sottili, diminuendo i veicoli produce sprazzi di “normalità” nella circolazione e richiama tutti alle proprie responsabilità rispetto alle modalità con cui scegliamo di muoverci.

L’inquinamento da traffico delle aree metropolitane (specie quelle del Nord) non è determinato solo dal traffico veicolare metropolitano, ma anche da quello di attraversamento che interessa tangenziali, raccordi ed autostrade in prossimità dei grandi centri urbani. Questo incide direttamente sulla qualità dell’aria. In Olanda, per diminuire le emissioni la velocità sulle autostrade il limite di velocità è stato ridotto a 100km/h durante il giorno. Da noi è un tema che, semplicemente, non si affronta.

In conclusione, non sarà mai un solo intervento a migliorare la situazione, ma una strategia in cui l’effetto sarà ottenuto dalla sommatoria di più misure. Una strategia che ormai è indifferibili visto i livelli di inquinamento a cui sono sottoposte le nostre città.


Roma, 17 gennaio 2020