Con i limiti alla circolazione dei veicoli diesel imposto dal Comune di Roma, così come da altri comuni soprattutto del Nord, a seguito dei livelli allarmanti di inquinamento è ricominciata la polemica sui blocchi del traffico che sono stati disposti. Si è poi aperto un dibattito sul fatto che inquinano molto più il riscaldamento che non i diesel e dunque i blocchi del traffico sarebbero inutili.
Che i veicoli diesel inquinino, anche gli euro 6, lo hanno dimostrato i test effettuati a livello europeo da Transport&Environment. Per di più gli stessi test hanno dimostrato che i livelli di emissioni delle polveri ultrafini, più dannose per la salute anche se attualmente non regolamentate, sono aumentati in modo esponenziale nei nuovi veicoli. È ovvio che occorre dettare regole anche per i riscaldamenti, altra importantissima fonte di inquinamento, ma una scelta non esclude l’altra.
Che i blocchi del traffico non siano una soluzione è vero perché rientrare nei parametri di legge per un breve periodo non è certo una soluzione, ma non per questo non devono essere fatti. Hanno il merito di indicare ai cittadini che abbiamo raggiunto e superato i livelli di guardia ricordando quanto stretto sia il legame tra le patologie e l’inquinamento specie nel nostro Paese che in questo settore è spesso in testa alle classifiche UE.
In molti Paesi si stanno proponendo misure per la messa al bando della vendita dei veicoli diesel ed anche in Italia occorrerebbe prevedere scadenze precise rivedendo il modello dei trasporti nella sua interezza, favorendo e diversificando l’offerta di trasporto pubblico pulito e dando un impulso straordinario alle infrastrutture per l’elettrificazione del trasporto. Il blocco del traffico da parte dei Sindaci in caso di superamento dei limiti delle polveri sottili è comunque un atto dovuto. I parametri sono fissati per legge ed applicano una precisa direttiva comunitaria finalizzata alla tutela della salute dei cittadini.
Ha fatto bene Gianfranco Amendola (noto magistrato e caposcuola del diritto ambientale) ad evidenziare come lo smog nella capitale sia in stretta relazione con il traffico veicolare e come sia urgente una soluzione strutturale che attraverso il potenziamento dei trasporti pubblici porti alla costruzione di una città a misura delle persone e non di autoveicolo: una direzione sulla quale bisogna investire subito e con determinazione per migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini.
Insieme al tema degli investimenti strutturali che non sono rimandabili ci sono 3 questioni spinose che vanno affrontate: il numero abnorme dei veicoli circolanti in Italia, soprattutto all’interno delle città; l’effetto “monito” dei blocchi del traffico e la necessità ed efficacia dei controlli; il rapporto che esiste tra emissioni e velocità dei veicoli.
In Italia si stimano circa oltre 62 auto ogni 100 abitanti, contro le circa 56 della Germania, le 50 della Spagna, le 48 della Francia e del Regno Unito. Sono troppe e le nostre città (non solo quelle storiche) non sono state né pensate, né costruite per un traffico veicolare di questa portata. Così come non è pensabile aggiungere acqua ad una vasca da bagno straboccante, non è pensabile poter aggiungere altre auto alle nostre città. Non è solo una questione di inquinamento ma di spazio, di vivibilità.
Il blocco del traffico, motivato dalle polveri sottili, diminuendo i veicoli produce sprazzi di “normalità” nella circolazione e richiama tutti alle proprie responsabilità rispetto alle modalità con cui scegliamo di muoverci.
L’inquinamento da traffico delle aree metropolitane (specie quelle del Nord) non è determinato solo dal traffico veicolare metropolitano, ma anche da quello di attraversamento che interessa tangenziali, raccordi ed autostrade in prossimità dei grandi centri urbani. Questo incide direttamente sulla qualità dell’aria. In Olanda, per diminuire le emissioni la velocità sulle autostrade il limite di velocità è stato ridotto a 100km/h durante il giorno. Da noi è un tema che, semplicemente, non si affronta.
In conclusione, non sarà mai un solo intervento a migliorare la situazione, ma una strategia in cui l’effetto sarà ottenuto dalla sommatoria di più misure. Una strategia che ormai è indifferibili visto i livelli di inquinamento a cui sono sottoposte le nostre città.
Roma, 17 gennaio 2020
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