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martedì 1 dicembre 2015
lunedì 30 novembre 2015
AGENZIA EUROPEA DELL'AMBIENTE - MORTI PREMATURE ATTRIBUIBILI ALL'INQUINAMENTO. IN ITALIA LA SITUAZIONE PEGGIORE.
Molti cittadini europei sono ancora esposti ai pericoli dell'inquinamento atmosferico
Press Release
Pubblicato il 30/11/2015, AEA
L'inquinamento atmosferico è il principale fattore di
rischio ambientale per la salute in Europa; riduce la durata di vita
delle persone e contribuisce alla diffusione di gravi patologie quali
malattie cardiache, problemi respiratori e cancro. Secondo una nuova
relazione pubblicata oggi dall'Agenzia europea dell’ambiente (AEA),
l'inquinamento atmosferico continua ad essere responsabile di oltre 430
000 morti premature in Europa.
Nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni, l'inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l'aspettativa di vita.
(Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'AEA)
La relazione dell'AEA "Qualità dell'aria in Europa — relazione 2015"en
(in inglese) studia l'esposizione della popolazione europea agli
inquinanti atmosferici e fornisce un'istantanea sulla qualità dell'aria
basata su dati provenienti da stazioni di monitoraggio ufficiali di tutta Europa.
Secondo lo studio , la maggior parte degli abitanti delle città
continua ad essere esposta a livelli di inquinanti atmosferici che
l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) non ritiene sicuri.
Gli inquinanti più problematici per la salute umana sono il particolato (PM), l'ozono troposferico (O3) e il biossido di azoto (NO2). Le stime dell'impatto sulla salute associato all'esposizione di lungo termine al PM2,5
mostrano che questo inquinante è responsabile di 432 000 morti
premature in Europa nel 2012, un livello analogo alle stime degli anni
precedenti. Gli impatti stimati dell'esposizione a NO2 e O3 erano rispettivamente di circa 75 000 e 17 000 decessi prematuri. La relazione fornisce stime relative alle morti premature anche a livello nazionale.
"Nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni,
l'inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei,
riducendo la qualità e l'aspettativa di vita" ha affermato Hans
Bruyninckx, direttore esecutivo dell'AEA. "Inoltre, ha un impatto
economico notevole, poiché aumenta i costi sanitari e riduce la
produttività con la perdita di giorni lavorativi in tutti i settori
dell'economia".
Oltre alla salute, gli inquinanti atmosferici hanno un effetto nocivo
sulla vita vegetale e sugli ecosistemi. Tali problemi, unitamente
all'eutrofizzazione provocata dall'ammoniaca (NH3) e dall'ossido di azoto (NOx) e ai danni causati dall'O3 sulle piante, sono ancora diffusi in Europa.
Ulteriori conclusioni
- Il particolato può causare o aggravare le patologie cardiovascolari e polmonari, gli infarti cardiaci e le aritmie, e può provocare il cancro. Nel 2013, l'87 % della popolazione urbana nell'UE era esposto a concentrazioni di PM2,5 superiori ai valori definiti dall'OMS per proteggere la salute umana. Le norme dell'UE in materia di qualità dell'aria sono meno rigide e solo il 9 % era esposto al PM2,5 oltre il valore obiettivo dell'UE. Migliorare la qualità dell'aria in Europa presenta vantaggi evidenti: rispettare i valori limite dell'OMS in materia di qualità dell'aria porterebbe a un calo di un terzo delle concentrazioni di PM2,5, ossia 144 000 morti premature in meno rispetto alla situazione attuale. PM2,5 si riferisce a particelle di diametro pari o inferiore a 2,5 μm. Le particelle di piccole dimensioni possono penetrare in profondità nei polmoni.
- L'esposizione all'ozono nelle città resta molto elevata: il 98 % della popolazione urbana nell'UE-28 è stato esposto a concentrazioni di O3 superiori ai valori previsti dalle linee guida dell'OMS nel 2013. Il 15 % è stato esposto a concentrazioni superiori al valore obiettivo dell'UE (meno rigido) per l'O3. Le concentrazioni di ozono danneggiano anche le colture agricole, le foreste e le piante riducendone velocità di crescita e resa. L'obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione dall'O3 è stato superato in relazione all'86 % dell'intera superficie agricola dell'UE-28.
- Il biossido di azoto colpisce direttamente il sistema respiratorio, ma contribuisce anche alla formazione di PM e O3. Nel 2013, il 9 % della popolazione urbana nell'UE-28 è stato esposto a concentrazioni di NO2 superiori ai valori limite fissati dall'OMS, e a valori analoghi dell'UE, con il 93 % dei superamenti avvenuti in prossimità di strade.
- Il benzo(a)pirene è un inquinante organico cancerogeno che si forma solitamente dalla combustione del legno; l'esposizione al BaP è diffusa, soprattutto in Europa centrale e orientale. Nel 2013, un quarto della popolazione urbana nell'UE-28 è stato esposto a concentrazioni di BaP superiori al valore obiettivo e il 91 % è stato esposto a concentrazioni di BaP oltre il livello di riferimento stimato sulla base dei parametri di rischio dell'OMS.
- Le emissioni di anidride solforosa (SO2) sono diminuite in modo significativo negli ultimi decenni grazie alla legislazione dell'UE, che richiede l'uso di tecnologie di depurazione delle emissioni e un ridotto contenuto di zolfo nei carburanti. Nel 2013 il valore limite di SO2 nell'UE è stato superato solo in alcuni casi.
- Nel 2013 le concentrazioni di monossido di carbonio, benzene e metalli pesanti (arsenico, cadmio, nichel e piombo) nell'aria esterna sono state generalmente basse nell'UE, con pochi casi di superamento dei rispettivi limiti e valori obiettivo fissati dalla normativa UE.
Morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico. Dati nazionali.
Morti premature attribuibili all'esposizione a
particolato sottile (PM2,5), ozono (O3) e biossido di azoto (NO2) nel
2012 in 40 paesi europei e nell'UE-28.
Paese | PM2.5 | O3 | NO2 | |||||||||||||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Austria | 6 100 | 320 | 660 | |||||||||||||||||||||||||||
Belgio | 9 300 | 170 | 2 300 | |||||||||||||||||||||||||||
Bulgaria | 14 100 | 500 | 700 | |||||||||||||||||||||||||||
Croazia | 4 500 | 270 | 50 | |||||||||||||||||||||||||||
Cipro | 790 | 40 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Repubblica ceca | 10 400 | 380 | 290 | |||||||||||||||||||||||||||
Danimarca | 2 900 | 110 | 50 | |||||||||||||||||||||||||||
Estonia | 620 | 30 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Finlandia | 1 900 | 60 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Francia | 43 400 | 1 500 | 7 700 | |||||||||||||||||||||||||||
Germania | 59 500 | 2 100 | 10 400 | |||||||||||||||||||||||||||
Grecia | 11 100 | 780 | 1 300 | |||||||||||||||||||||||||||
Ungheria | 12 800 | 610 | 720 | |||||||||||||||||||||||||||
Irlanda | 1 200 | 30 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Italia | 59 500 | 3 300 | 21 600 | |||||||||||||||||||||||||||
Lettonia | 1 800 | 60 | 90 | |||||||||||||||||||||||||||
Lituania | 2 300 | 80 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Lussemburgo | 250 | 10 | 60 | |||||||||||||||||||||||||||
Malta | 200 | 20 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Paesi Bassi | 10 100 | 200 | 2 800 | |||||||||||||||||||||||||||
Polonia | 44 600 | 1 100 | 1 600 | |||||||||||||||||||||||||||
Portogallo | 5 400 | 320 | 470 | |||||||||||||||||||||||||||
Romania | 25 500 | 720 | 1 500 | |||||||||||||||||||||||||||
Slovacchia | 5 700 | 250 | 60 | |||||||||||||||||||||||||||
Slovenia | 1 700 | 100 | 30 | |||||||||||||||||||||||||||
Spagna | 25 500 | 1 800 | 5 900 | |||||||||||||||||||||||||||
Svezia | 3 700 | 160 | 10 | |||||||||||||||||||||||||||
Regno Unito | 37 800 | 530 | 14 100 | |||||||||||||||||||||||||||
Albania | 2 200 | 140 | 270 | |||||||||||||||||||||||||||
Andorra | 60 | 4 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Bosnia-Erzegovina | 3 500 | 200 | 70 | |||||||||||||||||||||||||||
Ex Repubblica jugoslava di Macedonia | 3 000 | 130 | 210 | |||||||||||||||||||||||||||
Islanda | 100 | 2 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Liechtenstein | 20 | 1 | 3 | |||||||||||||||||||||||||||
Monaco | 30 | 2 | 7 | |||||||||||||||||||||||||||
Montenegro | 570 | 40 | 20 | |||||||||||||||||||||||||||
Norvegia | 1 700 | 70 | 200 | |||||||||||||||||||||||||||
San Marino | 30 | 2 | 0 | |||||||||||||||||||||||||||
Serbia (a) | 13 400 | 550 | 1 100 | |||||||||||||||||||||||||||
Svizzera | 4 300 | 240 | 950 | |||||||||||||||||||||||||||
Totale (b) | 432 000 | 17 000 | 75 000 | |||||||||||||||||||||||||||
UE-28 (b) | 403 000 | 16 000 | 72 000 |
Notes: (a) Incluso il Kosovo, ai sensi della risoluzione n. 1244/99 del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
(b) Le cifre relative a "Totale" e "UE-28" sono arrotondate per eccesso o per difetto al migliaio più vicino.
Fonte: Air quality in Europe — 2015 reporten(b) Le cifre relative a "Totale" e "UE-28" sono arrotondate per eccesso o per difetto al migliaio più vicino.
Vedere:
domenica 22 novembre 2015
martedì 15 settembre 2015
19 settembre 2015 - conferenza Parigi chiama La Spezia: salvare il clima, chiudere con il carbone, aprire a nuove opportunità
WWF Italia e Comitato
SpeziaViaDalCarbone
INVITO PER LA STAMPA
Conferenza
Parigi
chiama La Spezia: salvare il clima, chiudere con il carbone, aprire a nuove
opportunità
Ambiente, salute, economia,
lavoro
Sabato, 19 Settembre 2015 ore 9.30 – 13.30
La Spezia - Auditorium del Porto
Via Fossamastra - dietro alla sede
dell’Autorità Portuale (mappa)
Quali
sono gli impatti del carbone sull’ambiente e sulla salute secondo le più
recenti e accreditate ricerche scientifiche? Quali sono le alternative
energetiche e economiche al più sporco dei combustibili fossili?
E’ possibile garantire piena e migliore occupazione considerando l’energia come bene comune, da usare con parsimonia, sottraendolo alla logica della produzione e del profitto?
E’ possibile garantire piena e migliore occupazione considerando l’energia come bene comune, da usare con parsimonia, sottraendolo alla logica della produzione e del profitto?
Sono
le questioni su cui si confronteranno i relatori della Conferenza dal titolo “Parigi
chiama La Spezia: salvare il clima, chiudere con il carbone, aprire a nuove
opportunità”, iniziativa pubblica organizzata da WWF Italia e Comitato SpeziaViaDalCarbone,
che si svolgerà a La Spezia Sabato 19 settembre, a partire dalle ore 9,00 presso
l’Auditorium del Porto.
Il convegno ha lo scopo di fornire ai partecipanti
informazioni sugli aspetti sanitari, ambientali ed economici connessi a
differenti possibili scelte energetiche, dimostrando come l’utilizzo delle
fonti fossili, in primis il carbone, sia la soluzione sbagliata sia sul piano
ambientale che economico/occupazionale. Al centro dell’iniziativa ci saranno
anche proposte per una transizione energetica della città della Spezia verso
nuovi modelli di sviluppo economico, anche alla luce della prossima chiusura
della centrale Enel.
Il convegno sarà aperto
da Donatella Bianchi, presidente del
WWF Italia e spezzina di origine.
Alcuni interventi istituzionali forniranno una panoramica delle strategie in corso alla Spezia per entrare a pieno titolo nella rivoluzione energetica, riducendo l’impatto ambientale, in particolare nella prospettiva post-carbone dopo l’annuncio della chiusura della centrale Enel, prevista al più tardi per il 2021: l’assessore al Bilancio Alessandro Pollio, coordinatore del Progetto La Spezia 20.20 del Comune della Spezia, l’assessore all’ambiente della Regione Liguria Giacomo Giampedrone e il Presidente della CCIAA della Spezia Gianfranco Bianchi.
Alcuni interventi istituzionali forniranno una panoramica delle strategie in corso alla Spezia per entrare a pieno titolo nella rivoluzione energetica, riducendo l’impatto ambientale, in particolare nella prospettiva post-carbone dopo l’annuncio della chiusura della centrale Enel, prevista al più tardi per il 2021: l’assessore al Bilancio Alessandro Pollio, coordinatore del Progetto La Spezia 20.20 del Comune della Spezia, l’assessore all’ambiente della Regione Liguria Giacomo Giampedrone e il Presidente della CCIAA della Spezia Gianfranco Bianchi.
Per le associazioni organizzatrici introdurranno Mariagrazia Midulla, Responsabile
Clima ed Energia WWF Italia, che illustrerà la campagna nazionale contro il
carbone che da anni l’Associazione ambientalista porta avanti e Daniela Patrucco, portavoce del
Comitato SpeziaViaDalCarbone e Vice Pres. della Cooperativa Retenergie, che
darà conto dell’evoluzione della situazione spezzina.
Moderato da Corrado
Ricci, storico giornalista locale della Nazione, il convegno si articolerà
in due sessioni. Nella prima, dedicata agli impatti della combustione del
carbone:
- Paolo Crosignani - autore delle perizie epidemiologiche
commissionate dalle Procure di Rovigo e Savona nei casi delle centrali Enel di
Porto Tolle e Tirreno Power di Vado Ligure. Illustrerà la metodologia
utilizzata nell’indagine di Vado Ligure;
- Marco
Cervino - fisico, ricercatore del CNR. Presenterà uno studio di recente
pubblicazione sul ruolo spesso
trascurato del particolato secondario nella valutazione dell’impatto sanitario
di una centrale a carbone. Cervino parlerà anche della recente iniziativa dell’appello
sottoscritto da gruppo di scienziati per
lo sviluppo di una strategia energetica integrata basata su sobrietà,
efficienza energetica e sviluppo delle energie rinnovabili;
- Mauro Mocci - Medico ISDE,
coordinatore, supervisore e responsabile del “Registro Tumori” della Azienda
USL Roma F. Entrerà nel merito delle
conseguenze per la salute derivanti dalla combustione del carbone.
Nella seconda sessione, dedicata alle alternative energetiche e economiche interverranno:
- Gianluca Ruggieri - ingegnere ambientale, ricercatore presso il DiSTA Università dell’Insubria. Illustrerà i nuovi scenari energetici e i nuovi paradigmi economici che caratterizzano la rivoluzione energetica in corso; - Mauro Meggiolaro - giornalista de Il Fatto Quotidiano, si occupa di finanza, criminalità e energie rinnovabili ed è responsabile dell'azionariato critico della Fondazione Culturale di Banca Etica. Racconterà l’esperienza di otto anni di interventi alle assemblee degli azionisti di Eni e Enel, con particolare riferimento a quella più recente, di Enel, dove è stato portato il caso della centrale Enel della Spezia.
L’iniziativa della Spezia si inserisce nella road map WWF in vista della
COP21 il vertice Onu sul Clima che si terrà a Parigi a fine novembre.
Ufficio stampa WWF Italia 06
84497213 – 02 83133233
Segue
programma:
PROGRAMMA
Parigi chiama La Spezia: salvare il clima, chiudere con il carbone,
aprire a nuove opportunità
Ambiente, salute, economia, lavoro
Sabato, 19 Settembre 2015 h 9.30 –
13.30
La Spezia - Auditorium del Porto
h 9.00 Registrazione
partecipanti
Saluti del Presidente Autorità
Portuale della Spezia - Lorenzo Forcieri
h 9.30 Interventi Istituzionali
·
Donatella
Bianchi - Presidente WWF Italia
·
Giacomo
Giampedrone – Assessore Ambiente
Regione Liguria
·
Alessandro
Pollio - Assessore al Bilancio del
Comune di La Spezia – Progetto Spezia2020 Smart City
·
Lorenzo
Forcieri – Presidente Autorità
Portuale della Spezia
h 10.00 Introduzione
·
Mariagrazia
Midulla – Responsabile Clima ed
Energia WWF Italia
·
Daniela
Patrucco – Portavoce Comitato SpeziaViaDalCarbone e Vice Pres. Coop.
Retenergie
h 10.40 Impatti ambientali e sanitari del carbone
·
“Valutazione
dell'impatto sanitario della Centrale Termoelettrica di Vado Ligure” - Paolo
Crosignani già direttore dell'Unità di epidemiologia ambientale dell'Istituto dei
tumori
di Milano – Membro del comitato tecnico scientifico di ISDE e WWF Italia
·
“Cambiare
adesso: la finestra si sta chiudendo” - Marco Cervino – Fisico, ricercatore pubblico
·
"Combustione
del carbone e danni alla salute" - Mauro Mocci - Medico ISDE
h 11.40 Paradigmi economici ed energetici: dal carbone alla transizione
verso l’economia per il futuro
·
"Innovazioni
tecnologiche e di mercato e nuovi scenari energetici. La rivoluzione è
iniziata: cosa resta da fare?” - Gianluca Ruggieri - Ricercatore
- DiSTA Università dell'Insubria
·
“Strategie locali di new economy e green economy”
- Gianfranco Bianchi – Presidente Camera di Commercio della Spezia
·
“Azionisti critici per l'ambiente. 8 anni alle
assemblee di Eni ed Enel” - Mauro
Meggiolaro - Responsabile azionariato
critico, Fondazione Culturale Responsabilità Etica
Question
time
13.30 - Conclusioni
Modera: Corrado
Ricci, La
Nazione
19 settembre - PROGETTO EMYS - TESTUGGINI PALUSTRI
A “CACCIA” DI TESTUGGINI PALUSTRI
Nell'ambito del “Progetto
Oasi” il WWF Savona parteciperà all'iniziativa dedicata alle testuggini
palustri coordinata dal WWF Italia. Le due testuggini di acqua dolce autoctone
presenti in Italia, Emys orbicularis ed Emys
trinacris, sono le prime due specie “target” sulle quali è stata avviata
un’azione coordinata nel Sistema delle Oasi WWF siti di Rete Natura 2000. Le azioni di
conservazione legate a queste “specie bandiera”, biologicamente all’apice delle
catene trofiche degli habitat umidi, intendono contribuire alla tutela delle
popolazioni rimaste e delle intere biocenosi di cui fanno parte, legate alle
zone umide divenute ormai sempre più
rare attraverso anche la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Il 19 settembre 2015,
grazie alla collaborazione della Provincia di Savona e dei partner del progetto
LIFE EMYS (LIFE12 NAT/IT/000395), sarà possibile visitare dalle ore 16.00 alle
ore 18.00 il “Centro Emys”, luogo di eccellenza per l'allevamento e la
conservazione della rarissima testuggine palustre ingauna (Emys orbicularis
ingauna). Durante la visita guidata sarà possibile osservare individui
adulti, giovani e neonati ed apprendere interessanti informazioni sulle
problematiche, sui modi di vita e sugli habitat frequentati da questa
sottospecie esclusiva del ponente savonese. Il “Centro Emys” è situato in
regione Isolabella, nella frazione Leca (Albenga, SV) in adiacenza della
stazione del Corpo Forestale dello Stato.
mercoledì 5 agosto 2015
APPELLO WWF PER LAVORARE SULLA CONVIVENZA CON LUPO ED ORSO
WWF: NON TIRA UNA BELLA
ARIA PER LUPO E ORSO
UN APPELLO PERCHE’ SI LAVORI SULLA CONVIVENZA E
NON SI PENSI AGLI ABBATTIMENTI
NON SI PENSI AGLI ABBATTIMENTI
Non tira una bella aria ultimamente per alcuni dei più carismatici
rappresentanti della nostra fauna, specie particolarmente protette nel nostro
Paese denuncia il WWF: una testa di lupo è stata appesa in bella vista
nell’alta Val Tanaro in Piemonte, un gesto barbaro, irresponsabile e,
ribadisce con particolare veemenza il
WWF “illegale”, gesto che l’associazione
denuncerà in tutte le sedi chiedendo esemplari indagini e che chi ha commesso
questo reato risponda sino in fondo delle sue responsabilità, e purtroppo
si registra anche il caso del Consiglio provinciale di Trento che ha
recentemente deliberato la diminuzione degli orsi anche con misure drastiche,
sottolinea il WWF Italia.
La convivenza con i grandi predatori che hanno sempre popolato il nostro
paese, i nostri boschi, le nostre Alpi è possibile e necessaria,
anche se può richiedere particolari capacità e attenzioni, perché può
rilevarsi a volte problematica, ma sempre possibile se voluta, siamo noi e le
nostre scelte a fare la differenza. I sistemi per ridurre i danni e aiutare la
convivenza esistono, sono già disponibili e sperimentati e i numerosi progetti
europei LIFE in corso sono lì a dimostrarlo, ricorda il WWF.
Il lupo ucciso e decapitato in Piemonte, pare sia da mettere
in relazione con la discussione in corso sull'ampliamento del Parco del
Marguareis, un gesto quindi non solo illegale ma da condannare in modo particolarmente
grave visto che sarebbe rivolto contro le istituzioni, contro chi sostiene il
Parco e il suo ruolo nella conservazione della natura, episodio simile a quelli
registrati in Maremma toscana e laziale tra il 2013 e il 2014 che ricordano
quanto questi fatti siano diffusi e come non si sia ancora compreso a fondo il
ruolo e la funzione delle aree protette e i benefici e le opportunità che le
Aree protette possono offrire al nostro territorio con una corretta e
rispettosa gestione delle nostre bellezze naturali. Questo atto è segno di una
seria arretratezza culturale e di una violenza crescente che sta montando nei
riguardi di questi animali che le istituzioni non possono prendere sotto gamba
e che deve essere affrontata con tutta la attenzione che il caso richiede. Il
bracconaggio va contrastato con vigore, se interessa piccole popolazioni o
gruppi isolati di animali. Il bracconaggio anche solo di un singolo lupo può
avere un pesante impatto sulla popolazione che nessuno è in grado ancora
di quantificare, di per sè il bracconaggio in Italia ai danni di questa specie
è pesantissimo e interessa centinai di esemplari l’anno ed è per questo
comprensibile ritenere come sia ancora oggi la più grave e compromettente delle
minacce.
Arrivare a
uccidere orsi e lupi non risolve il conflitto né il
problema della paura da parte della popolazione locale e dei turisti o i
danni economici arrecati agli allevatori (che ancora oggi non si conoscono
nella loro reale entità e che spesso sono riconducibili ad altri animali o
altre cause ), la educazione, la sensibilizzazione, la conoscenza reale delle
altre specie animali è l’unica soluzione che può consentirci di vivere in
armonia con questi animali e non si può con arroganza decidere che per questi
animali non vi è più spazio nei nostri ambienti..
Lupo ed orso sono
predatori al vertice della catena alimentare. Il loro ruolo ecologico
migliora l'ecosistema, influenzando le popolazioni delle prede e indirettamente
gli habitat in cui essi vivono, agendo su alcuni fattori che ne causano la
degradazione (come la ridotta rinnovazione del bosco).
L'orso è il simbolo degli ecosistemi montani sani, selvaggi e ricchi di biodiversità. Tutelare l'orso ed il suo habitat significate conservare una ampia gamma di specie animali e vegetali che assicurano un buono stato di salute delle montagne e dei servizi ecosistemici che ci offrono e di cui noi godiamo.
L'orso è il simbolo degli ecosistemi montani sani, selvaggi e ricchi di biodiversità. Tutelare l'orso ed il suo habitat significate conservare una ampia gamma di specie animali e vegetali che assicurano un buono stato di salute delle montagne e dei servizi ecosistemici che ci offrono e di cui noi godiamo.
Le Alpi rappresentano un ecosistema unitario ed orsi e lupi sono specie
che non appartengono ad una provincia ma quantomeno a tutti i cittadini
europei. Una singola comunità locale non può stabilire cambiamenti di rotta
gestionali della popolazione, sia di orso che di lupo, in
conseguenza di situazioni che non è capace e non vuole veramente gestire.
D’altronde anche solo dal punto di vista finanziario, i progetti sono sostenuti
da tutti i contribuenti, nazionali ed europei.
Il superamento della locale soglia di accettabilità sociale rispetto
all'attuale consistenza della popolazione di orso e di lupo, è anche legato
alla modalità, intensità e qualità della comunicazione rivolta alle categorie
più coinvolte e per le quali è necessario promuovere l’accettazione.
Il WWF Italia chiede a tutti i soggetti interessati sia pubblici
(istituzioni nazionali e locali ), sia privati (imprenditori agricoli, del
turismo, allevatori , abitanti e turisti ) di :
-
evitare le affermazioni demagogiche ,
la disinformazione, scorretta dal punto di vista
scientifico e normativo,
-
le iniziative politiche di corto
respiro o addirittura errate ed illegali
-
concordare piani e modalità che consentano
una duratura convivenza tra questi animali e l’uomo con
reciproca convenienza.
IL
WWF PER L’ORSO BRUNO http://www.wwf.it/orsobruno/
IL
WWF PER IL LUPO http://www.wwf.it/lupo/
VIDEO
WWF SVIZZERA – VIAGGIARE SICURI NEL PAESE DEGLI ORSI
Roma,
24 luglio 2015
Ufficio
stampa WWF Italia 329 8315718 – 02 83133233 – 06 84497213
venerdì 17 luglio 2015
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