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mercoledì 18 marzo 2015

ARRESTI PER TANGENTI SU APPALTI


 Comunicato stampa
 
 ARRESTI PER TANGENTI SU APPALTI
 
 WWF: “E’ L’EFFETTO “LEGGE OBIETTIVO” CHE FALLISCE SU TUTTI I FRONTI:
 OPERE PUBBLICHE AL PALO E TANGENTOPOLI ANCORA ATTIVA”
 
 
 Secondo il WWF l’arresto avvenuto questa mattina del dirigente (ora 
 consulente esterno) del Ministero dei Lavori Pubblici, Ercole Incalza, 
 insieme ad altri tre imprenditori a seguito di un’inchiesta che vede oltre 
 50 indagati, conferma i sospetti sull’effetto delle norme derivanti dalla 
 legge Obiettivo (legge 443/2001), norme ‘criminogene’ , come venne 
 denunciato a suo tempo dal Procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna. 
 Per il WWF di fronte ad una tangentopoli ancora oggi in continuo sviluppo è 
 bene che il Governo Renzi punti ad una riforma del Codice Appalti: occorre 
 garantire una seria valutazione costi/benefici anche dal punto di vista 
 sociale e ambientale la trasparenza e la correttezza delle procedure 
 autorizzative e la partecipazione degli enti locali e dei cittadini. Inoltre 
 il WWF chiede di abbandonare il Primo Programma delle infrastrutture 
 strategiche, una pesante ipoteca per lo sviluppo del Paese, per sostituirlo 
 con un nuovo Piano Generale della Mobilità e della Logistica che stabilisca 
 le vere priorità necessarie per rispondere alla reale domanda di mobilità 
 del Paese.
 Il Programma delle infrastrutture strategiche, secondo il WWF, è uno 
 strumento inefficiente e anzi, dato l’elevatissimo numero delle opere e i 
 costi relativi (in continua lievitazione), si configura solo come l’ennesima 
 operazione dissipatoria delle risorse economico-finanziarie e ambientali, 
 destinate ad aumentare il debito pubblico dell’Italia, finalizzata quasi 
 esclusivamente a soddisfare gli appetiti dei grandi studi di progettazione, 
 delle grandi aziende di costruzione e delle clientele politiche locali.
 
 LA LIEVITAZIONE DEI COSTI DELLE GRANDI OPERE
 Il WWF ricorda che i costi complessivi delle Grandi Opere continuano a 
 crescere, senza alcun monitoraggio e controllo da parte del Governo sulla 
 loro attuazione: dalle 115 opere del dicembre 2001 per un costo complessivo 
 di 125,8 miliardi di euro, alle attuali 419 infrastrutture per un valore 
 complessivo di circa 383,9 miliardi di euro (con un costo triplicato al 
 dicembre 2014 rispetto a quanto previsto nel 2001) calcolato nel IX Rapporto 
 sulle infrastrutture strategiche (settembre 2011), elaborato dal Servizio 
 Studi della Camera dei Deputati, in collaborazione con l’Autorità di 
 Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori Servizi e Forniture e con il 
 supporto tecnico di CRESME e ISTITUTO NOVA. Cifra complessiva da maggiorare 
 di ulteriori 8,5 miliardi di euro se non fosse stato deciso tra il 2012 e il 
 2013 dal Governo Monti l’abbandono del Ponte sullo Stretto di Messina (unica 
 infrastruttura strategica su cui ad oggi si è avuto un ripensamento).
 
 PROGRAMMA TRASPORTI:LO “SQUILIBRIO MODALE“
 Una valutazione effettuata dal WWF Italia sul Primo Programma delle 
 infrastrutture strategiche del dicembre 2001 portava a stimare che dei 125,8 
 miliardi di euro stanziati nel 2001 ben il 49% era assegnato a strade e 
 autostrade e il 37% alle ferrovie (oltre il 70% assegnato a linee ad Alta 
 Velocità). Tali percentuali non si discostano da quelle attuali, posto che 
 nel gennaio 2014 nel Programma, dal costo complessivo attualizzato di 383,9 
 miliardi di euro, il 52% dell’investimento programmato attiene ad opere 
 stradali (circa 148 Mld di euro), mentre solo il 35% attiene ad opere 
 ferroviarie (93 Mld di euro).
 Dietro al Programma , secondo il WWF, non solo manca una ratio economico 
 finanziaria ma non c’è nemmeno una logica che tenti di superare lo 
 squilibrio modale a favore delle modalità di trasporto meno 
 inquinanti.Infatti, mentre il Governo privilegiava le infrastrutture 
 stradali e autostradali, lo squilibrio modale è andato aggravandosi 
 significativamente: nel 2001 il Piano Generale dei Trasporti e della 
 Logistica (PGTL) fotografava una situazione già preoccupante, la peggiore d’Europa, 
 in cui il 60% delle merci e l’85% dei passeggeri sceglieva il trasporto su 
 strada. Nell’ultimo Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti, 
 elaborato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che si 
 riferisce agli anni 2009-2010, il trasporti merci su strada è salito al 
 62.28% e il trasporto passeggeri ha toccato la vetta 92,07%. Ciò ha riflessi 
 sulle emissioni di gas serra che vedono il settore dei trasporti, secondo 
 solo a quello energetico, registrare il primato tra i vari settori economici 
 contribuendo per il 27% alle emissioni totali.
 
 Roma, 16 marzo
 Ufficio Stampa WWF Italia, 06.84497213 - 02.83133233 – 329.8315725 – 
 329.8315718

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