Il WWF Italia, alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua, si rivolge ai Deputati della Camera affinché rispettino la volontà di 26 milioni di italiani che nel 2011 hanno votato per mantenere la gestione del servizio idrico e la proprietà delle infrastrutture in mano pubblica.
Il WWF chiede che vengano ritirati gli emendamenti che modificano alcuni articoli del progetto di legge di iniziativa popolare attualmente in discussione alla Commissione Ambiente e che venga ripristinato il testo originale.
La proposta di legge di iniziativa popolare è stata presentata da centinaia di associazioni nazionali e comitati locali impegnati nella salvaguardia del bene acqua e fu sottoscritta da ben 400.000 italiane e italiani (secondo la legge ne bastavano 50.000). Il Parlamento l’ha tenuta nei cassetti per anni, ignorandola, nonostante tale proposta sia stata avallata dall’esito referendario del 2011 quando l’Italia si pronunciò in maniera schiacciante contro la privatizzazione dell’acqua.
È veramente un paradosso che proprio la proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata alla tutela dell’acqua come bene comune venga stravolta da una serie di emendamenti e finisca per essere il grimaldello per far ripartire il percorso di privatizzazione della risorsa idrica.
Il WWF richiama poi il Governo ad una maggiore attenzione sul tema della gestione delle risorse idriche e sul governo delle acque.
Il nostro Paese è inadempiente nei confronti di alcune importanti direttive europee, dalla depurazione dei reflui (Direttiva 91/271/CEE) alla Direttiva Quadro Acque (Direttiva 2000/60/CE). Dal 2016 rischiamo di dover pagare 500 milioni di euro l’anno a causa delle procedure d’infrazioni aperte nei confronti del nostro Paese. È necessario un drastico e urgente cambiamento di rotta anche perché la gestione sostenibile della risorsa idrica è il primo passo per impostare una concreta politica di adattamento ai cambiamenti, come con forza è stato unanimemente richiamato nella recente Conferenza COP 21 svoltasi a Parigi tra il 30 novembre e il 12 dicembre dello scorso anno
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