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mercoledì 10 febbraio 2016

FIRMA CONTRO L'ABBATTIMENTO DEL LUPO

Lupo abbattimento lupi 


 Entro un mese la Conferenza Stato-regioni potrebbe dare il via in Italia all’uccisione “legale” di un massimo di 60 lupi l’anno. E’ quanto contenuto nel “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia" attualmente in discussione al Ministero dell’Ambiente con le Regioni . Il WWF si oppone con fermezza a questa ipotesi, che farebbe precipitare indietro l’Italia ai primi anni ’70, quando il lupo era considerato specie nociva (su ogni capo abbattuto c’era addirittura una taglia), e lancia un appello on line rivolto al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti ed al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini

In un contesto in cui circa 300 lupi vengono brutalmente uccisi dal bracconaggio ogni anno, con il fucile, bocconi avvelenati, lacci di filo metallico (ultimo caso due giorni fa nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini addirittura su un esemplare studiato dai ricercatori) l’uccisione legale servirebbe solo a giustificare il bracconaggio. Assieme alle morti accidentali per investimenti stradali si stima una mortalità causata direttamente dall’uomo tra il 15 - 20% della popolazione.

Ecco perché oggi il Direttore Generale dell’Associazione, Gaetano Benedetto, ha inviato una lettera al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nella quale chiede  di cancellare la possibilità di abbattimenti legali del lupo.
"Siamo assolutamente contrari all’abbattimento legale dei lupi nel nostro paese. Non solo non vi sono dati e prove documentate che attestino l’efficacia degli abbattimenti per il raggiungimento degli obiettivi dichiarati  dal piano - scrive il WWF –  ma si rischierebbe l'effetto opposto: molti studi ipotizzano il rischio di un potenziale aumento della predazione al bestiame domestico connesso alla destrutturazione dei branchi e un aumento degli esemplari vaganti per effetti di abbattimenti legali (nei Paesi dove questi sono già ammessi). Inoltre gli abbattimenti legali rafforzerebbero il fenomeno del bracconaggio a danno di questa specie”  dichiara il WWF.

Secondo l'associazione "L’approvazione di questo Piano di gestione del lupo in Italia, nell’attuale versione, fornirebbe uno strumento arretrato, inefficace e molto discutibile nella gestione di una specie protetta e con un alto valore simbolico per la conservazione della Natura".

Al contrario, l’esperienza acquisita grazie alla realizzazione di numerosi progetti, dichiara il WWF, dimostra che i conflitti con l’uomo possono essere drasticamente ridotti attraverso attivazione di misure concrete di prevenzione (recinti elettrificati, cani da guardiania) insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione.

Per questo l'associazione chiede al Ministro dell'Ambiente Galletti e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, un deciso ripensamento rispetto alle linee guida presenti nel Piano, e invita tutti i cittadini a sostenere l’appello firmando la petizione on line per dire NO all’abbattimento legale di un solo lupo e SI’ ad azioni ferme contro il bracconaggio.
Nel suo appello il WWF chiede anche al Ministero e alle Regioni la realizzazione di alcune specifiche azioni da mettere in campo con urgenza per salvare il lupo e al tempo stesso proteggere le attività economiche: lotta al bracconaggio, contrasto al randagismo, valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione (recinti, cani da guardiania, etc), prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia con tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, campagna per la tutela del lupo sui mezzi di informazione, monitoraggio della specie su scala nazionale.

FIRMA QUA:

APPELLO CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO





Sei grandi associazioni nazionali chiedono che si approvi quanto prima  una legge efficace in materia di consumo del suolo e rigenerazione urbana e, a questo scopo, indicano i punti qualificanti e irrinunciabili, per migliorare il testo che il prossimo mese dovrebbe essere votato definitivamente nelle Commissioni competenti riunite e poi passare all’esame dell’Aula alla Camera dei Deputati.

FAI, Legambiente, LIPU, Slow Food Italia, Touring Club Italiano e WWF  inviano, alla vigilia del confronto promosso  l’11 febbraio  dai deputati Mario Catania e Pippo Civati nella Sala stampa di Montecitorio, un documento  in cui si illustrano ai relatori del provvedimento nelle Commissioni riunite e ai capigruppo della Camera alcuni emendamenti migliorativi al nuovo testo unificato del disegno di legge “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, (proposto dai relatori Chiara Braga e Massimo Fiorio nell’ottobre 2015 nelle Commissione Ambiente e Agricoltura  unificate). Emendamenti che rispondono  all’esigenza di dotare il Paese di una normativa efficace e moderna, migliorando il testo all’esame della Camera, come richiesto anche dall’Osservatorio Nazionale sulla Qualità del Paesaggio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con un proprio documento il 15 dicembre scorso, condiviso nella sua impostazione dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati.

Le associazioni chiedono con i loro emendamenti ai parlamentari di attenersi ai seguenti principi ispiratori, irrinunciabili:

1. evitare che le definizioni contenute nel provvedimento favoriscano nuovo consumo di suolo (a cominciare da quelle relative al “consumo del suolo”, alla “superficie agricola naturale e seminaturale”, alla “impermeabilizzazione” e alla “area urbanizzata”);

2. armonizzare il testo con i principi e criteri della Delega Appalti, che prevede il superamento del Programma delle infrastrutture strategiche (attraverso un’attenta selezione delle opere);

3. rendere davvero efficace il censimento delle aree e degli edifici dismessi (che deve diventare obbligatorio, in modo da spingere i Comuni al recupero e riqualificazione di edifici e aree dismesse piuttosto che consumare nuovi suoli);

4. migliorare la delega al Governo sulla rigenerazione urbana (prevedendo un coordinamento e un’armonizzazione delle norme e procedure nazionali e regionali);

5. evitare il rischio di sub-urbanizzazione del territorio che potrebbe essere favorito dai cosiddetti Compendi agricoli neorurali periurbani (grazie a cambiamenti di destinazioni d’uso consentiti che favoriscono l’insediamento di attività improprie amministrative o turistico-ricettive);

6. fare in modo che il periodo transitorio per la piena applicazione della nuova legge non sia una sanatoria di tutte le previsioni anche solo enunciate (evitando che siano fatti salvi i piani urbanistici anche solo adottati e non approvati)

E’ previsto a Marzo il voto in Aula alla Camera sul testo, dopo la sua approvazione definitiva nelle Commissioni riunite (per poi andare all’esame del Senato), ad oltre tre anni da, quando l’allora Ministro dell'Agricoltura Catania presentò in Consiglio dei Ministri un provvedimento in materia di contenimento del consumo di suolo.

Il risultato di questi mesi di discussione presenta, infatti, ancora alcune criticità che possono essere superate consentendo così che la nuova normativa produca un cambiamento sostanziale nelle forme di intervento sul territorio. Le Associazioni chiedono che vengano mantenuti e rafforzati gli aspetti innovativi del disegno di legge in discussione ora alla Camera, come per esempio: il suolo inteso come risorsa non rinnovabile e bene comune, il divieto di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e di mutamento di destinazione d'uso per le superfici agricole, che hanno beneficiato di aiuti dall'unione europea, l’introduzione di obiettivi di tutela del suolo e di rigenerazione urbana, fino ad oggi ancora non presenti nel nostro ordinamento.

martedì 9 febbraio 2016

COMUNICATO IN MERITO ALL'ORDINANZA DI DIVIETO DI TRANSITO AI MEZZI PESANTI NEL COMUNE DI CARCARE



ALLA C.A. DI :
- SINDACO DEL COMUNE DI CARCARE
- CORPO POLIZIA MUNICIPALE DI CARCARE
- PROVINCIA DI SAVONA,
SETTORE GESTIONE VIABILITA’, EDILIZIA ED AMBIENTE
- REGIONE LIGURIA:
DIPARTIMENTO TERRITORIO, AMBIENTE ED INFRASTRUTTURE
DIPARTIMENTO SANITA’ E POLITICHE SOCIALI
- ASL 2 SAVONESE:
DIPARTIMENTO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA
- ARPAL:
DIPARTIMENTO DI SAVONA

E P.C.:
- AI MASS MEDIA

                                                       WWF SAVONA - COMUNICATO STAMPA

Oggetto: Ordinanza di divieto transito mezzi pesanti nel centro abitato del comune di Carcare (SV)

La scrivente Associazione intende esprimere piena soddisfazione per l’ordinanza del comune di Carcare con la quale viene istituito il divieto di transito per mezzi pesanti (superiori a 7,5 tonn) nel centro abitato di Carcare (via del Collegio e via Barrili).

Ma non può esimersi dal segnalare agli Enti preposti che questo nuovo flusso viario potrà aumentare il carico dell’inquinamento acustico ed ambientale, nonchè il pericolo per la sicurezza stradale, nella frazione comunale denominata Vispa. Questo per il fatto che i mezzi oggetto dell’ordinanza, provenienti dalla zona di Millesimo e di Cairo M.tte, per dirigersi verso la zona artigianale in loc. Paleta e verso il comune di Pallare, dovranno necessariamente transitare attraverso Vispa per poter imboccare la Variante del Mulino (e viceversa).

A Vispa risiede oltre il 10% della popolazione carcarese. Questa zona probabilmente già subisce le ricadute delle emissioni provenienti dalle aree industriali di Ferrania (distanti circa solo 1 km, dove si prevede l’entrata in funzione di 2 nuovi impianti), dalle 2 vetrerie in attività nel comune di Altare e dalla Italiana Coke (in linea d’aria distante circa 3 km). Inoltre è circondata dalle due direttrici viarie dell’autostrada Torino – Savona.

Si riportano di seguito alcune considerazioni dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, tratte dalla pubblicazione “Il traffico è ancora un pericolo per la salute dei cittadini di molte parti d’Europa”
- Le persone che vivono in prossimità di strade trafficate in tutta Europa sono particolarmente esposte a livelli elevati di inquinamento atmosferico. Livelli nocivi di Ossidi di Azoto e di Particolato PM10 e PM2,5 possono avere conseguenze sul sistema cardiovascolare, sui polmoni, sul fegato, sulla milza e sul sangue.
- L’inquinamento acustico dalla circolazione di autoveicoli costituisce un altro effetto dei trasporti che può causare gravi problemi di salute, sia fisici che psicologici.
- Una delle grandi sfide del XXI secolo sarà quella di attenuare gli effetti negativi dei trasporti - gas a effetto serra, inquinamento atmosferico e acustico – pur mantenendo le caratteristiche positive della mobilità.

L’art. 7 del Codice della Strada prevede che, con ordinanza del sindaco, si possa limitare la circolazione di tutte o alcune categorie di veicoli per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale.
I provvedimenti di limitazione della circolazione dovrebbero essere adottati solo se efficaci ai fini della rimozione delle cause dell’inquinamento, e non solo al trasferimento dello stesso in un’altra zona comunale, come sembra possa verificarsi nel caso dell’ordinanza in oggetto.

Si richiede pertanto agli Enti preposti che vengano razionalizzate nel modo migliore le risorse finanziarie disponibili per salvaguardare la salute umana e la sicurezza di tutti i cittadini. Le criticità qua ipotizzate non potranno purtroppo essere superate costruendo la nuova rotatoria di collegamento con la Variante del Mulino a Vispa, opera oggetto di discussione in questi giorni in Regione e in Provincia.

Distinti saluti.

WWF Savona

Giacomo Viglietti
(Referente Valbormida WWF Savona)




domenica 7 febbraio 2016

"Al Lupo, al Lupo!" oppure "Al Cane, al Cane!" ?


Il lupo va forte, in Val Bormida: lo testimoniano un articolo uscito il 31 gennaio sulla testata on line ivg.it che riguarda un presunto avvistamento di una femmina con cuccioli (?!) e di predazioni di caprioli (attribuite senza dubbio alcuno e, soprattutto, senza alcuna verifica, a lupi) nei dintorni di Millesimo (SV) e un recente post su facebook che riguarda un avvistamento nei dintorni di Ferrania (SV). A giudicare dalla qualità dell’articolo e dai commenti, una cosa è chiara: l’Italia è un paese di allenatori e di lupologi!

Per quanto riguarda il primo pezzo, è curioso constatare come il procurato allarme sembra che non valga quando si parla di lupi e che viga piuttosto sull’argomento una singolare esenzione che esime i giornalisti dal verificare le fonti delle informazioni. E’ infatti ormai pratica comune diffondere articoli sul lupo basati sul nulla, pubblicare alcune fotografie a una carcassa di capriolo sventrata e poi attribuirla a “clamor del popolo” al lupo, senza verifiche e senza cautele. Pare che il lupo, peraltro, non ne faccia mai una giusta: a fronte di una comprensibile irritazione in caso di predazioni su domestici, sembra non piacere nemmeno il fatto che i lupi “prendono di mira anche i caprioli che vivono nella vegetazione della zona”, ovvero se cacciano una delle loro principali prede naturali. Dalla presenza di carcasse di capriolo nei pressi degli abitati al pericolo per l’uomo il passo è breve: e lupi che si avvicinano agli abitati è ormai un classico.

Detto questo, la presenza del lupo è stabile nella zona in questione, al confine fra Liguria e Piemonte, ed è confermata dai risultati del monitoraggio del progetto LIFE WOLFALPS la presenza di almeno un branco di lupi (in media 4-5 lupi nelle Alpi piemontesi) nella zona tra Millesimo e Montezemolo. I lupi hanno un forte timore dell’uomo, spesso però, a causa dell’elevata frammentazione del loro habitat sono costretti a passare vicino ai centri abitati, ad attraversare strade e autostrade per passare da una zona di caccia ad un’altra e proprio in questi luoghi avvengono gli avvistamenti. Che nel 90% dei casi da noi verificati si sono rivelati cani (vedi i finti lupi di Settimo Torinese, i finti lupi di Stupinigi, e gli esempi sono davvero tanti…).

A proposito dell’avvistamento citato nell’articolo, vale la pena ricordare che da ottobre in poi i cuccioli sono indistinguibili dagli adulti per dimensioni e caratteristiche del mantello a causa di un più veloce accrescimento rispetto al cane (i lupi di solito partoriscono tra maggio e giugno e hanno un solo estro all’anno, a differenza dei cani che ne hanno due): e quindi se a dicembre vediamo una femmina con due cuccioli, il fatto è anomalo se non improbabile, mentre molto probabile nel caso in cui si tratti di un gruppo di cani. In caso di avvistamento, in ogni caso, per evitare di fare brutte figure, basterebbe contattare (via mail o telefono) un esperto, per esempio scrivendo (www.comunicazione@lifewolfalps.eu) o telefonando (0171 976820) ai referenti del progetto LIFE WOLFALPS più vicini della zona, in questo caso quelli afferenti all’Ente di Gestione delle aree protette delle Alpi Marittime. Ogni segnalazione è un prezioso contributo al monitoraggio!


Fonte: www.lifewolfalps.eu

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giovedì 4 febbraio 2016

L' europarlamento raddoppia i limiti di emissioni per le auto



Con pochi voti di scarto, approvata la modifica del regolamento sugli ossidi di azoto, i precursori delle polveri sottili.

 Largo alle polveri sottili, quelle che corrodono i nostri polmoni, quelle che fanno scattare la febbre da smog contro la quale ci limitiamo a prendere l’aspirina dei blocchi del traffico. Misure vere no. O, almeno, no se entrano in conflitto con le industrie che contano. Oggi l’europarlamento ha votato a strettissima maggioranza l’approvazione di una modifica del regolamento che stabilisce il tetto delle emissioni di NOx, gli ossidi di azoto che sono precursori delle polveri sottili. La dose ammessa per legge è stata generosamente raddoppiata. Le auto potranno inquinare, per gli NOx, il 110% in più di quello che era stato stabilito prima del dieselgate.

Una volta scoppiato lo scandalo sono emersi infatti i trucchi di serie, il fatto che i laboratori di omologazione dei nuovi modelli, finanziati dalle case automobilistiche, ricorrevano a ogni sorta di stratagemmi (gomme super gonfie, lubrificanti speciali, aerodinamica modificata) per far sì che dalle prove in questi ambienti ovattati, dalle caratteristiche lunari, emergessero dati ben lontani da quelli misurabili sulle strade terrestri. E naturalmente molto più confortanti.

Ora che bisogna fare sul serio, con test veri che mostrano quanto inquina realmente ogni auto, cambiano le norme. Il tetto si alza. Il regolamento europeo 715 del 2007 aveva stabilito che per i veicoli euro 6 il limite di emissione per gli ossidi di azoto (NOx) fosse di 80 milligrammi a chilometro. Il voto del Parlamento ha fatto passare la norma proposta dalla Commissione che alza i limiti per gli NOx del 110% nel periodo che va dal settembre 2017 al 31 dicembre 2018 e del 50% nel periodo successivo. Invece di respirare 80 milligrammi di NOX per ogni chilometro per ogni macchina in circolazione, l’anno prossimo ne respireremo 168.

 “La maggioranza degli europarlamentari ha fatto il gioco della parte più retriva dell’industria automobilistica, senza curarsi della salute dei cittadini che dovranno subire livelli di inquinamento sempre più alti e pericolosi”, accusa Monica Frassoni, copresidente dei Verdi europei. “È sorprendente che nella lista dei votanti a favore ci sia anche il presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo, la cui maggioranza si era schierata contro l’indebolimento dei limiti stabiliti”.

In aula ha prevalso il voto suggerito dai gruppi, con i popolari che hanno guidato la battaglia per alzare i limiti, mentre verdi e socialisti, con qualche eccezione, si sono opposti. “È certamente uno schiaffo all’ambiente e alla salute dei cittadini, ma è anche uno schiaffo all’idea di un’Europa vicina alle persone, capace di difendere interessi concreti e non solo percentuali sul debito”, commenta Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club. “Per restituire dignità alla politica e speranza a tutti bisogna cambiare rotta”.

Una "scelta assurda e insensata che va contro la salute dei cittadini e l'ambiente. Un vero e proprio condono che premia i furbi e non l'innovazione e la qualità". Così ha commentato il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani. "In piena emergenza smog e con i livelli di inquinamento alle stelle", continua, "quello che è avvenuto è veramente assurdo, ed è solo a favore delle lobby automobilistiche".

Fonte:  repubblica.it

Il Parlamento europeo ha approvato il report Mid term review della Strategia sulla biodiversità al 2020





Le associazioni: “Una grande vittoria per la natura, un ottimo auspicio in vista del voto definitivo di aprile”. Difendere le direttive europee, rafforzarle e applicarle con rigore in tutti i Paesi dell’Unione europea. E’ quanto ha deciso oggi il Parlamento europeo approvando con 592 voti a favore (e solo 52 contro) il report Mid term review della Strategia sulla biodiversità al 2020.
Lo annunciano oggi con grande soddisfazione Legambiente, Lipu-BirdLife Italia e WWF Italia che sottolineano l’importanza di questo passaggio parlamentare europeo soprattutto in vista della conclusione della Fitness Check (ossia il percorso di valutazione del loro stato di salute), sulle direttive Habitat e Uccelli che consentono di tutelare le specie e gli habitat più preziosi d’Europa, il cui voto finale è previsto al Parlamento europeo per il prossimo mese di aprile, a chiusura di un lungo percorso iniziato nella primavera del 2015.
Un voto benaugurante, quello di oggi a Strasburgo, indispensabile per permettere alla Strategia sulla biodiversità di raggiungere gli obiettivi prefissati, anche e soprattutto grazie al rafforzamento delle due direttive sulla tutela della natura.

“Siamo molto soddisfatti del risultato del voto di Strasburgo – dichiarano le associazioni  – anche se la partita delle direttive Habitat e Uccelli non è ancora del tutto chiusa. Tuttavia, possiamo dire che la strada è segnata in senso positivo: ora anche il Parlamento europeo, dopo gli 500mila cittadini europei che hanno sottoscritto l’anno scorso la petizione internazionale, è convinto che le direttive Uccelli e Habitat sono essenziali per il progetto europeo, non vanno toccate e anzi vanno applicate con pienezza e convinzione. Un successo straordinario – concludono Legambiente, Lipu e WWF Lipu - per le associazioni impegnate nella campagna #allarmenatura e per i milioni di cittadini europei che vogliono una natura più tutelata”.

lunedì 1 febbraio 2016

Europa, voto decisivo per la natura



Confermare le direttive Habitat e Uccelli e applicarle con più efficacia in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea. 
E' quanto chiedono oggi agli europarlamentari italiani le associazioni Legambiente, Lipu e WWF alla vigilia di un importante e fondamentale voto a favore della biodiversità europea.
Domani, infatti, gli europarlamentari voteranno la relazione della Commissione per l’Ambiente, la “Mid term review” sulla Strategia per la biodiversità al 2020, che propone importanti azioni - da portare avanti sia a livello europeo che a livello nazionale - utili a raggiungere gli obiettivi della Strategia.
Nella relazione – sottolineano Lipu, Legambiente e WWF – si chiede l’attuazione piena, l’applicazione e il finanziamento delle direttive europee Uccelli e Habitat quali strumenti principali per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020, respingendo così l’ipotesi di una loro revisione, che porterebbe a ritardi, incertezze e problemi.

La preoccupazione per il tema del declino della biodiversità è stato manifestato in modo massiccio l’anno scorso da mezzo milione tra cittadini e aziende di tutta Europa, che hanno chiesto alla Commissione europea, grazie alla campagna internazionale #Allarmenatura,  non solo la difesa delle direttive europee Habitat e Uccelli ma anche una loro più efficace applicazione, un timore confermato nell’ottobre scorso dall’Eurobarometro dove l’80% degli europei si dichiarava preoccupato della perdita di biodiversità.
E’ dimostrato che, se correttamente applicate, le direttive europee portano grandi risultati e benefici per tutti. Basti pensare al recupero spettacolare di specie come la lince iberica, l’aquila di mare e l’orso, oltre alla salvaguardia di un grande patrimonio di biodiversità. “Ma la scarsa applicazione delle norme nazionali e in alcuni casi il sottofinanziamento – scrivono le associazioni – insieme ad altre politiche europee non amiche dell’ambiente, hanno portato al continuo declino della biodiversità in Europa”.
La stessa Commissione europea, nel 2013, nel report The Economic Benefits of the Natura 2000 Network, stimava che 200-300 miliardi di euro siano generati da rete Natura 2000 come benefici e servizi ecosistemici, e che la stessa rete e il suo indotto generino 4,5 milioni di posti di lavoro.

In vista  del voto di domani, e della conclusione del percorso di valutazione dello stato di salute delle due direttive, le associazioni chiedono agli europarlamentari di sostenere, con un voto favorevole, la relazione della Commissione per l'Ambiente, perché “una migliore applicazione e attuazione delle direttive, insieme a un finanziamento adeguato, sarebbe un bene per la natura, per i cittadini dell’Unione, per le imprese europee e per il futuro dell’Europa”.