Entro un mese la Conferenza Stato-regioni potrebbe dare il via in Italia
all’uccisione “legale” di un massimo di 60 lupi l’anno. E’ quanto
contenuto nel “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia"
attualmente in discussione al Ministero dell’Ambiente con le Regioni .
Il WWF si oppone con fermezza a questa ipotesi, che farebbe precipitare
indietro l’Italia ai primi anni ’70, quando il lupo era considerato
specie nociva (su ogni capo abbattuto c’era addirittura una taglia), e
lancia un appello
on line rivolto al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti ed al
Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini
In un contesto in cui circa 300 lupi vengono brutalmente uccisi dal bracconaggio ogni anno, con il fucile, bocconi avvelenati, lacci di filo metallico (ultimo caso due giorni fa nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini addirittura su un esemplare studiato dai ricercatori) l’uccisione legale servirebbe solo a giustificare il bracconaggio. Assieme alle morti accidentali per investimenti stradali si stima una mortalità causata direttamente dall’uomo tra il 15 - 20% della popolazione.
Ecco perché oggi il Direttore Generale dell’Associazione, Gaetano Benedetto, ha inviato una lettera al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nella quale chiede di cancellare la possibilità di abbattimenti legali del lupo.
"Siamo assolutamente contrari all’abbattimento legale dei lupi nel nostro paese. Non solo non vi sono dati e prove documentate che attestino l’efficacia degli abbattimenti per il raggiungimento degli obiettivi dichiarati dal piano - scrive il WWF – ma si rischierebbe l'effetto opposto: molti studi ipotizzano il rischio di un potenziale aumento della predazione al bestiame domestico connesso alla destrutturazione dei branchi e un aumento degli esemplari vaganti per effetti di abbattimenti legali (nei Paesi dove questi sono già ammessi). Inoltre gli abbattimenti legali rafforzerebbero il fenomeno del bracconaggio a danno di questa specie” dichiara il WWF.
Secondo l'associazione "L’approvazione di questo Piano di gestione del lupo in Italia, nell’attuale versione, fornirebbe uno strumento arretrato, inefficace e molto discutibile nella gestione di una specie protetta e con un alto valore simbolico per la conservazione della Natura".
Al contrario, l’esperienza acquisita grazie alla realizzazione di numerosi progetti, dichiara il WWF, dimostra che i conflitti con l’uomo possono essere drasticamente ridotti attraverso attivazione di misure concrete di prevenzione (recinti elettrificati, cani da guardiania) insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione.
Per questo l'associazione chiede al Ministro dell'Ambiente Galletti e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, un deciso ripensamento rispetto alle linee guida presenti nel Piano, e invita tutti i cittadini a sostenere l’appello firmando la petizione on line per dire NO all’abbattimento legale di un solo lupo e SI’ ad azioni ferme contro il bracconaggio.
Nel suo appello il WWF chiede anche al Ministero e alle Regioni la realizzazione di alcune specifiche azioni da mettere in campo con urgenza per salvare il lupo e al tempo stesso proteggere le attività economiche: lotta al bracconaggio, contrasto al randagismo, valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione (recinti, cani da guardiania, etc), prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia con tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, campagna per la tutela del lupo sui mezzi di informazione, monitoraggio della specie su scala nazionale.
In un contesto in cui circa 300 lupi vengono brutalmente uccisi dal bracconaggio ogni anno, con il fucile, bocconi avvelenati, lacci di filo metallico (ultimo caso due giorni fa nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini addirittura su un esemplare studiato dai ricercatori) l’uccisione legale servirebbe solo a giustificare il bracconaggio. Assieme alle morti accidentali per investimenti stradali si stima una mortalità causata direttamente dall’uomo tra il 15 - 20% della popolazione.
Ecco perché oggi il Direttore Generale dell’Associazione, Gaetano Benedetto, ha inviato una lettera al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nella quale chiede di cancellare la possibilità di abbattimenti legali del lupo.
"Siamo assolutamente contrari all’abbattimento legale dei lupi nel nostro paese. Non solo non vi sono dati e prove documentate che attestino l’efficacia degli abbattimenti per il raggiungimento degli obiettivi dichiarati dal piano - scrive il WWF – ma si rischierebbe l'effetto opposto: molti studi ipotizzano il rischio di un potenziale aumento della predazione al bestiame domestico connesso alla destrutturazione dei branchi e un aumento degli esemplari vaganti per effetti di abbattimenti legali (nei Paesi dove questi sono già ammessi). Inoltre gli abbattimenti legali rafforzerebbero il fenomeno del bracconaggio a danno di questa specie” dichiara il WWF.
Secondo l'associazione "L’approvazione di questo Piano di gestione del lupo in Italia, nell’attuale versione, fornirebbe uno strumento arretrato, inefficace e molto discutibile nella gestione di una specie protetta e con un alto valore simbolico per la conservazione della Natura".
Al contrario, l’esperienza acquisita grazie alla realizzazione di numerosi progetti, dichiara il WWF, dimostra che i conflitti con l’uomo possono essere drasticamente ridotti attraverso attivazione di misure concrete di prevenzione (recinti elettrificati, cani da guardiania) insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione.
Per questo l'associazione chiede al Ministro dell'Ambiente Galletti e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, un deciso ripensamento rispetto alle linee guida presenti nel Piano, e invita tutti i cittadini a sostenere l’appello firmando la petizione on line per dire NO all’abbattimento legale di un solo lupo e SI’ ad azioni ferme contro il bracconaggio.
Nel suo appello il WWF chiede anche al Ministero e alle Regioni la realizzazione di alcune specifiche azioni da mettere in campo con urgenza per salvare il lupo e al tempo stesso proteggere le attività economiche: lotta al bracconaggio, contrasto al randagismo, valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione (recinti, cani da guardiania, etc), prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia con tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, campagna per la tutela del lupo sui mezzi di informazione, monitoraggio della specie su scala nazionale.
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